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Museo Guggenheim nel mirino degli animalisti per opera con combattimento di cani

@screen shot video

Sta facendo discutere l’opera video di sette minuti intitolata “Dogs That Cannot Touch Each Other”, di due artisti cinesi, Sun Yuan e Peng Yu, sul combattimento tra cani, con due pit bull che si fronteggiano come protagonisti.

L’opera viene riproposta nell’ambito di un’importante esposizione con ben di 150 opere dedicate all’arte in Cina dopo il 1989 che si aprirà ad ottobre prossimo.

Alle critiche degli attivisti animalisti, la direzione del museo ha replicato che non intende rimuovere l’opera, precisando che è stata esposta nel 2003 a Pechino e che in realtà vuole essere una denuncia contro la violenza del potere.

“Capiamo che l’opera può risultare fastidiosa. Tuttavia, i curatori della mostra auspicano che i visitatori riusciranno a capire il senso che hanno voluto dare i due artisti che vogliono denunciare una condizione sociale globale e la complessità che stiamo vivendo”, conclude il museo.

In un’intervista, le rispettive mogli degli artisti hanno voluto evidenziare che durante le riprese dell’opera non vi è stata nessuna crudeltà nei riguardi degli animali. “Questi cani sono d’indole aggressiva. A nessuno di loro è stato permesso fare del male all’altro. Sono addestrati a lottare da persone che vogliono solo guadagnare e far passare per  intrattenimento fore di combattimento”.

Per gli animalisti si tratta comunque di opere che alimenta le critiche sui pit bull e la fama che li precede.  E’ vero che secondo i dati, l’80% dei cani utilizzati nei combattimenti sono i pit bull per il loro carattere anche se, denunciano gli animalisti hanno un’indole gentile e dolce come tutte le altre specie.

Sfruttamento degli animali

A destre le polemiche non è soltanto la discussa video installazione ma bensì l’intero percorso espositivo nell’ambito del quale vi saranno animali vivi, come rettili e anfibi, all’interno di teche e mostrati al pubblico in un’opera in cui viene ricreato un negozio di animali. Il New York Times ha infatti sottolineato che “durante la mostra di tre mesi, molti animali saranno dati in pasto ai rettili, mentre altri esemplari potranno morire per la stanchezza o forme di stress”.

Per questo gli animalisti si stanno attivando in anticipo e hanno promosso anche una petizione che fino ad oggi ha raccolto 22mila firma con l’obiettivo di rimuovere le opere con all’interno gli animali o che possono alimentare i combattimenti tra cani.

Recentemente, un artista francese si era chiuso per diverse settimane all’interno di una teca in vetro per covare delle uova e far nascere dei pulcini. Anche in quel caso, l’opera attirò l’attenzione degli animalisti e delle organizzazioni internazionali come Peta.

C.D.

Per firmare la petizione clicca qui

lotta75

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