È morto Tigro: il cane, simbolo, di un intero comune d’Italia

È morto Tigro: il cane, simbolo, di un intero comune d’Italia

Da qualche ora si è spento per sempre un nostro amico a quattro zampe: è morto Tigro, il cane simbolo di un intero comune d’Italia. Una vita spesa per, e tra, la gente di paese. Qualcuno, ora, vuole ricordarlo in grande stile: una statura in suo onore.

Morto Cane Tigro Simbolo Paese
Un bambino gioca con il cane Tigro (Facebook)

Alcune storie rubano letteralmente il nostro cuore. E per come iniziano, e per come finiscono. Perché, ahinoi, o per fortuna (dato che prima o poi si deve far spazio come natura vuole), le storie hanno tutte un inizio e una fine. Nel mentre bisogna saperle vivere come meglio crediamo. Storie straordinarie abbracciano anche il mondo animale. E oggi ne raccontiamo proprio una fuori l’ordinario, che ha avuto un inizio e una fine, proprio come poc’anzi accennato. La storia del cane Tigro, che per anni ha rappresentato un vero e proprio simbolo per un intero comune d’Italia. Da pochi gironi se n’è andato via, per sempre. Ma ora, qualcuno, lo vuole ricordare in eterno anche attraverso un atto materiale.

Una statua al cane Tigro: morto, in solitudine, all’interno di una casa del centro storico del paese

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Tigro durante una processione di paese (Facebook)

Era un simbolo a tutti gli effetti. Qualcuno, negli anni, aveva sostenuto che si trattasse di una reincarnazione di un altro sindaco, come sosteneva, nemmeno con tanta ironia, l’attuale primo cittadino di Piazza Armerina, un comune della provincia di Enna, nella regione Sicilia.

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Proprio così. Tigro era un siciliano doc. Apriva le processioni, vagava per le strade del centro mentre venia accarezzato da tutti. Al centro dell’attenzione durante le fiere e le sacre. Lui era sempre presente e ben voluto da tutti, tanto da diventare un simbolo e una storia da raccontare, ancora vita.

Quella vita che, però, si è spenta pochi giorni fa. Anzi qualcosa in più. Colpa del lockdown? Colpa delle restrizioni? Dell’isolamento? Tigro era avanti con l’età, questo sì. Ma prima che scoppiasse la pandemia non aveva mai dato cenni di sofferenza. L’unica cosa che amava fare era stare in mezzo alla gente. E forse è questa, la sofferenza che gli è venuta quando tutto è iniziato.

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Alla fine non si faceva più vedere. Ed è stato trovato morto dentro una casa, abbandonata, del centro storico. Come se dovesse lasciare un segno, di rinnovamento, quando tutto questo sarà finito. Ora, molte persone del posto, vogliono issare una statua in suo onore, per ricordarlo sia nel pensiero, che al centro del paese stesso, dove lui è nato e ha deciso di lasciarsi andare. Buon viaggio Tigro, che il cammino ti sia ancora lieve e sublime!

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