Morto stefano il volpino che aspettava da 3 anni il ritorno del padrone

Morto stefano il volpino che aspettava da 3 anni il ritorno del padrone

Sono passati 3 lunghi anni da quando Stefano il volpino ha iniziato a frequentare assiduamente l’ospedale di Caltanissetta.

Volpino

Mazzarino, Caltanissetta, il volpino di nome Stefano, circa 3 anni fa, ha visto entrare il proprio padrone nell’ospedale di Caltanissetta. Da allora ha aspettato il suo ritorno.

Sfortunatamente per Stefano, il piccolo volpino Italiano, il padrone non è mai uscito da quell’ospedale ed è deceduto infatti all’età di 80 anni per un infarto.

Da allora il piccolo Stefano è rimasto lì, solo, nel parcheggio ad aspettare invano l’uscita dell’uomo che amava così tanto. Con il tempo tutti i dipendenti dell’ospedale hanno preso a cuore Stefano, diventando così la mascotte di tutto l’ospedale.

Sembra infatti che tutti fossero felici di avere un piccolo “hachiko” tra loro e lo accudivano con amore e dedizione, tutti, infermieri medici e portantini.

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Alcuni avrebbero voluto portarlo a casa per adottarlo e accudirlo al meglio ma il piccolo volpino non si è mai voluto spostare dall’entrata dell’ospedale tanto che qualcuno dei dipendenti dell’istituto sanitario ha provveduto ad acquistare una cuccia e del cibo per nutrirlo e il tutto accompagnato da tantissime coccole da parte di tutti.

Sfortunatamente il volpino Stefano dopo 3 anni è stato probabilmente investito da un’automobile in visita nell’ospedale, ma con tenacia si è comunque riuscito a trascinare davanti all’entrata principale dell’ospedale nella speranza di poter vedere per l’ultima volta il suo adorato padrone.

Un impiegato del 118 ha dichiarato che “quando ci siamo resi conto che non c’era più nulla da fare ci si è spezzato il cuore”.

“Lui era il nostro Hachiko, nei suoi occhi si vedeva l’amore che riesce legare una persona ad un cane. Un rapporto puro, che non si ferma davanti a nulla. Questo luogo era diventato la sua casa, ogni tanto si spostava sotto un albero di pino, ma il suo sguardo era sempre diretto verso la porta, in cui aveva visto entrare il suo padrone disteso su una barella”.

L.L.

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