Moda senza pellicce: quando gli animalisti italiani bloccano le sfilate

Moda senza pellicce: quando gli animalisti italiani bloccano le sfilate

@animalisti italiani onlus
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Mentre i riflettori si sono accesi sulla Settimana della Moda di Alta Roma, davanti ai cancelli d’ingresso, ieri mattina, hanno protestato un gruppo di attivisti dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus con un’azione nonviolenta e provocatoria contro l’uso delle pellicce nella moda.

Gli attivisti hanno bloccato l’ingresso incatenandosi al cancello, con tanto di guanti e pellicce imbrattati di sangue. La nota stilista Raffaella Curiel ha avuto problemi ad entrare e ha poi assicurato al presidente dell’associazione Walter Caporale che nelle sue prossime collezione “Non userò più pellicce”.

“Siamo qui per chiedere che Roma diventi la Capitale della Moda Ecologica senza crudeltà e dunque senza pellicce. Uno stile giovane e fresco che strizzi l’occhio all’estetica e che non dimentichi di guardare anche ai valori etici”, ha dichiarato Caporale, spiegando che “abbiamo scritto alla presidente di AltaRoma, Silvia Venturini Fendi, al direttore del dipartimento Attività Culturali e Turismo del Comune di Roma, Vincenzo Vastola, e al commissario Tronca per avere un incontro e realizzare un tavolo di confronto aperto che superi contrasti e diversità per approdare a soluzioni condivise”.

MIGLIAIA DI ANIMALI UCCISI OGNI ANNO – L’unica cosa certa è che il prezzo della vanità non vale il male inflitto a migliaia di animali ogni anno. Infatti, in una nota l’associazione ha ricordato “la sofferenza e l’uccisione di migliaia di volpi, visoni, castori, ermellini, cincillà, ma anche di oltre due milioni di cani e gatti che vengono scuoiati, spesso ancora vivi, in Cina, per realizzare i risvolti di giacche, giacconi, cappotti per il mercato italiano”.

Recentemente sono emerse numerose indagini sul settore per cui sono state denunciate anche le condizioni in cui vengono allevamenti gli animali da pelliccia nel nostro territorio come i visoni e volpi allevati in gabbie strettissime, con il fondo metallico in rete, che lacera le zampe. Gli animalisti hanno denunciato che questi animali vengono “esposti forzatamente al caldo, al freddo, al vento e al gelo per infoltirne il manto e rendere più voluminosa la pelliccia, vengono uccisi all’età di 7-8 mesi nelle camere a gas, oppure con lo sparo di un chiodo nel cervello seguito da dissanguamento, o ancora con l’elettrocuzione: un elettrodo viene inserito nell’ano dell’animale, un altro nella bocca, quindi una scarica di 200 volt provoca la lenta agonia e morte dell’animale”.

Condizioni terrificanti che segnano di sangue i “pregiatissimi”abiti presentati sulle passerelle per non considerare, sottolinea l’associazione, gli “ermellini, castori e cincillà catturati con le trappole: muoiono lentamente, tra atroci sofferenze, spesso per dissanguamento dopo essersi staccati la zampa intrappolata. I cuccioli, rimasti senza mamma, muoiono di fame e freddo”.

In questo panorama degli orrori, non poteva mancare anche la presenza di pelle di cani e gatti proveniente dalla Cina. Un’indagine condotta sotto copertura dagli attivisti di Animal Equality ha documentato il volto terrificante di come vengono trattati i cani e i gatti destinati alle pellicce (clicca qui). Animalisti italiani ricordano come cani e gatti siano “ammassati per giorni a decine in una sola gabbia, senza acqua e cibo e tra gli escrementi, vengono uccisi con una crudeltà inimmaginabile, per realizzare i risvolti dei giacconi”.

Si tratta di capi vietati ma che purtroppo entrano nel territorio italiano per vie traverse e venduti su tutto il territorio.

Infine viene ricordato il numero di animali sacrificati per realizzare un solo capo: dai 30 ai 50 visoni per ottenere una sola pelliccia di visone; dai 180 ai 240 ermellini per una sola pelliccia; dai 130 ai 200 cincillà; da 10 a 20 volpi; dai 120 ai 200 scoiattoli; dai 30 ai 45 agnelli.

“Basta una sola bestia per indossarla”, concludono gli Animalisti italiani.

Animalisti Italiani Onlus, si batte dal 1998 per i diritti degli animali, vantando numerosi testimonial che spaziano da Romina Power, Rocco Siffredi, Daniela Poggi, Massimo Wertmuller, Franca Valeri, Loredana Cannata, Roberta Orrù e Wladimir Luxuria, ha intralciato il regolare svolgimento delle Sfilate di Moda, per ricordare che un’altra Moda è possibile.

Per maggiori informazioni consulta la il sito web di Animalisti Italiani Onlus

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