Moda Milano: Daniela Martani Vs influencer che vestono pelle di animali

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By lotta75

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Moda Milano e le proteste contro la pelle di animali

Daniela Martani ha preso parte alla protesta di Peta contro l’uso della pelle animale nella moda, che si è svolta in piazza Duomo, il giorno dell’apertura della Settimana della Moda milanese.

L’ex gieffina in slip e reggiseno, sorreggeva un cartello, recante la scritta: “La pelle che indossi è di un altro. Vesti vegano”. Ad accompagnarla in una performance, l’attivista, Alessandra di Lenge di Iene Vegane, che ha finto di scuoiare viva la Martani.

“Oltre un miliardo di animali viene ucciso per diventare scarpe, borse, cinture giacchetti. Questo orrore deve finire, gli animali non sono tessuti, gli animali non sono oggetti”, ha poi commentato Daniela Martani sul suo profilo facebook, pubblicando le immagini.

Purtroppo, non tutti la pensano allo stesso modo. A ricordarlo, Lorenzo Croce, presidente Aidaa-Italiambiente, che in un comunicato ha voluto evidenziare “l’altissimo giro di affari fatto sulla pelle degli animali, milioni di animali uccisi in modo crudele, per non dire di peggio”.

Un settore che conta l’uccisione di centinaia di migliaia di visoni nelle camere a gas per realizzare non solo pellicce ma anche di accessori, come ad esempio, la recente moda delle ciglia estensibili di visone. Non solo. coccodrillini sgozzati vivi per guantii, borsette, cinture, portafogli e scarpe costosissime.
Ancora oggi c’è chi sfoggia questi prodotti e li promuove. Non tutte le influencer sono come la Martani.
Infatti, ricorda Croce questi accessori “spesso vengono promosse anche dalle maggiori influencer italiane a partire dalla signora Chiara Ferragni o da altre come Giulia De Lellis, solo per citarne due delle più conosciute, ai quali dobbiamo aggiungere i capi e le borsette in pelle siano esse di vitello o di coccodrillo, quello che cambia è il prezzo ma non certo la sofferenza degli animali uccisi”.

Oltre all’alta moda, vi è anche un’altra triste realtà più economica e commerciale e che si trova sulle bancarelle dei mercati con “inserti di pelo dei cani e dei gatti massacrati la cui pelle viene acconciata prevalentemente nei paesi dell’est Asia e che poi arriva in Italia sotto forma appunto di capi di abbigliamento ed accessori venduti a poco prezzo sui banconi dei mercati”.

Il presidente Aidaa ha ricordato che “questo sottomercato della moda sia composto ogni anno da oltre 5 milioni di capi e che complessivamente il suo valore si aggiri attorno ai 200 milioni di euro”.

Il post della Martani per il cane Ruth, brutalmente ucciso

 

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Queste sono le sue urla prima di morire, ammazzata da una merda umana in un modo atroce. È successo a #partinico in provincia di #palermo Ruth, questo era il suo nome, era una cagnolona randagia, pacifica ed affettuosa. È stata attratta con l’inganno da questo schifoso bastardo al quale si è avvicinata proprio perché si fidava degli esseri umani, che le ha legato prima le zampe e poi l’ha presa a badilate fino a spezzarle la schiena. Non contento le ha versato benzina sul corpo per darle fuoco, non c’è riuscito solo perché qualcuno è intervenuto, troppo tardi però perché Ruth è morta poco dopo. nell’ambulatorio veterinario dove era stata portata tra sofferenze indicibili. Questo schifoso, a causa della legge italiana che considera gli animali oggetti e non soggetti senzienti, non si farà un solo giorno di galera, gli faranno un buffetto sulla spalla e via come se non fosse successo nulla. Invece è successo che noi dobbiamo condividere l’aria che respiriamo con questa feccia, che abbiamo come coabitanti di questo pianeta dei virus ripugnanti come questo bastardo, che dovrebbero essere debellati senza pietà, perché incapaci di vivere e convivere in armonia con il resto del mondo. Nessun perdono per questo assassino che meriterebbe provasse anche solo un minuto del dolore che ha provocato a questa povera anima innocente. #giustizia #ingalera #giustiziaperruth

Un post condiviso da Daniela Martani (@danielamartani) in data:


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C.D.

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