Il proiettile era destinato al professor Marco Tamietto il titolare della sperimentazione sui macachi che rende cechi tutti gli animali utilizzati per la sperimentazione.
Questo progetto ha scatenato le proteste di tantissimi animalisti che si sono scagliati in malo modo contro il ricercatore dell’università di Torino che è stato minacciato anche di morte.
Nel laboratorio i macachi vengono accecati per studiarne il recupero della vista, lo studio potrebbe servire a curare i pazienti che a causa dei danni subiti alla corteccia celebrale che hanno riportato come conseguenza la cecità.
Anche se il trattamento potrebbe rivelarsi un successo, fa molto discutere la metodologia usata su gli animali dei laboratori che perfettamente sani, vengono resi ciechi per la sperimentazione.
In una intervista al corriere il professore aveva infatti illustrato il progetto: “i primati, appartenenti alla specie primati, subiranno una lesione chirurgica nel cervello con asportazione delle aree della corteccia visiva per simulare la perdita della vista in persone affette da blindsight, così come indica il titolo dello stesso esperimento”.
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Per la ricerca sono stati stanziati circa due milioni di euro di finanziamenti, il ministro della salute Giulia Grillo è intervenuta per chiedere chiarimenti in merito all’accaduto.
Al professor Marco Tamietto è stata recapitata una lettera scritta al computer intrisa di minacce, all’interno della busta anche un proiettile inesploso.
La busta non è stata aperta dal professore, ma da altri docenti che incuriositi dallo strano rigonfiamento della lettera hanno deciso di constatare cosa ci fosse all’interno della busta.
“Non sei un ricercatore, sei un assassino. Colpiremo duro te e la tua famiglia” sono le parole inviate in forma anonima al professore.
In questo momento sono in corso le indagini della Digos per cercare di determinare da chi si a stata inviata la lettera di minacce.
Se bene il professor Tamietto sia un uomo illustre, non è la prima volta che viene minacciato, nei primi mesi estivi Tamietto era stato aggredito da alcuni uomini mentre si recava a lavoro.
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Molte sono state le proteste per la sperimentazione che tutt’ora viene portata avanti dal professore. Al ministero della salute sono state inviate oltre 350 firme per la petizione che metterebbe fine allo studio.
Anche il Sindaco di Torino Chiara Appendino ha lasciato una dichiarazione in merito all’accaduto: “Esprimo la mia solidarietà al professor Tamietto per le vili minacce a lui e alla sua famiglia. Queste intimidazioni (mai accettabili) sono il fallimento delle idee”
Sempre in un’intervista il professore a capo della sperimentazione del Dipartimento di Psicologia dell’università di Torino aveva sottolineato un altro punto che molto probabilmente non ha alimentato la sua popolarità tra gli animalisti:
“Al termine della sperimentazione gli animali verranno anestetizzati e sottoposti a eutanasia indolore con le modalità prescritte dalla legge”
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In Italia in questo momento sono circa 600 i laboratori autorizzati dal ministero della salute a condurre test su gli animali e sopratutto sui macachi, se da quanto risulta nel 2015 erano 224 i macachi usati per la sperimentazione di anno in anno il numero va sempre aumentando (454 esemplari nel 2016 e 548 nel 2017).
Anche Lav (Lega anti Vivisezione) è scesa in pizza per protestare contro gli abusi dei ricercatori sui macachi.
Secondo alcuni sondaggi in Italia solo 2 italiani su 10 sono favorevoli alla sperimentazione su gli animali.
L.L.
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