Milioni di cavallette invadono la Sardegna e distruggono l’agricoltura mentre la vespa killer fa le sue prime vittime in Europa
Il 2020 si è preannunciato come un anno che metterà a dura prova la popolazione mondiale. Che sia per la pandemia da coronavirus che ha bloccato l’economia mondiale e limitato gli spostamenti dei cittadini. Anche il clima preoccupa. Le scarse precipitazioni dall’inizio dell’anno e nel periodo della Primavera stanno allarmando gli esperti del settore che lanciano l’allarme per il rischio siccità nella stagione più torrida.
Uno scenario al quale si aggiunge il fenomeno delle cavallette che stanno mettendo a repentaglio i raccolti. L’allarme arriva dalla Coldiretti che ha reso noto che “milioni di cavallette stanno distruggendo i campi della provincia di Nuoro, in Sardegna. Dopo l’invasione dell’estate scorsa, gli insetti ritornano divorando foraggio, grano, erba medica tanto altro”. E questo, in grande anticipo rispetto al 2019, provocando per tanto danni maggiori.
“L’inverno mite e la scarsità di pioggia con precipitazioni praticamente dimezzate, in un 2020 che si classifica come il più caldo dal 1800 con temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media, hanno favorito la comparsa delle orde devastatrici. Essendo polifaghe le cavallette colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini. L’unica speranza è nei predatori naturali, come gli uccelli che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che dalle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino”. Comunica Coldiretti.
Cambiamenti climatici e terreni abbandonati contribuiscono alla diffusione di questa piaga. Per la Coldiretti è “una vera e propria emergenza che si abbatte sulle imprese agricole colpite anche dalla crisi economica generata dal coronavirus con 6 aziende su 10 (58%) che hanno registrato una diminuzione dell’attività”.
Inizio 2020, ben 15 paesi tra Africa orientale, Medio Oriente e Asia sono stati colpiti da miliardi di locuste. Aree già colpite da siccità e gravi crisi alimentari. Le orde di cavallette hanno seminato il caso, distruggendo i raccolti in pochissime ore.
Oltre al pericolo cavallette con la bella stagione arriva anche la minaccia della vespa killer, chiamata anche calabrone asiatico,registrata già in diverse regioni tra le quali Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Abruzzo. Una vespa che in Asia provoca centinaia di morti ogni anno e in alcuno casi chi viene punto può riportare danni permanenti a organi vitali come fegato e cuore.
La vespa killer è una specie aliene, molto più grande della vespa europea. Le vespe operaie variano tra 19-30 mm, arrivando tra 37-50 mm con l’apertura alare. Sono vespe molto veloci che arrivano a volare a 40 chilometri orari di velocità. A pungere sono solo le femmine perché i maschi non hanno il pungiglione.
L’entomologo Enzo Moretto ha ricordato che questa specie è arrivata in Europa nel 2004, diffondendosi in Italia nel 2012. Lo stesso Moretto ha riferito in un’intervista a Repubblica.it che l’unico modo per combattere questa specie e arginare la sua diffusione risiede nella possibilità di usare la tecnologia, inserendo dei chip su questi calabroni per tracciarli e individuare i loro nidi.
Il calabrone asiatico è invasivo, è un predatore temibile che fa strage di api distruggendo gli alveari, minacciando la produzione di miele, la biodiversità vegetale e la produzione delle colture agricole. Infatti, viene ricordato che il 75% della vegetazione si basa proprio sulla impollinazione delle api. Ma non solo. Si tratta di una specie pericolosa e molto aggressiva che attacca l’uomo, infliggendo punture dolore e una quantità di veleno superiore alla vespa ordinaria. Il pericolo è diffuso in tutta Europa e in Spagna si registra la prima vittima. Un uomo di 54 anni, della Galizia è morto dopo essere stato punto sul suo sopracciglio, mentre cercava di rimuovere un nido di vespe vicino a un suo alveare di api.
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C.D.
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