Migliaia di cuccioli di gatti uccisi dal governo per la sperimentazione
Centinaia di gattini soppressi ogni anno dopo essere stati sottoposti a terribili sofferenza. E’ l’accusa sollevata dal deputato repubblicano Mike Bishop che ha presentato una interrogazione parlamentare intitolata “Kittens in Traumatic Testing Ends Now Act of 2018”. In collaborazione con l’associazione animalista, White Coat Waste Project, Bishop chiede chiarimenti sui test condotti dal Dipartimento dell’Agricoltura nell’ambito della ricerca contro la toxoplasmosi, finanziati dal governo per un totale di 650milioni di dollari all’anno.
Una strage segreta perpetrata dalle autorità governative a scopo scientifica che violerebbe gli standard di benessere degli animali.
Secondo quanto emerso, la ricerca è stata condotta per ben 30 anni dal 1982 al 2015, in un laboratorio nel Maryland.
Nei test sono stati utilizzati cuccioli di gatto che al termine della ricerca venivano uccisi anche se portatori sani del virus di toxoplasmosi. Ben 100 cuccioli, sarebbero stati uccisi ogni anno. Durante i test, veniva prelevato il parassita dalle feci degli animali che per intere settimane erano nutriti con carne cruda avariata. Il parassita veniva prelevato dalle feci di animali nutriti per settimane con carne cruda andata a male.
I gatti, denuncia il parlamentare sono stati sottoposti a “procedure potenzialmente dolorose o stressanti. Laddove il dolore o lo stress potrebbero essere placati con anestetici, analgesici o farmaci tranquillanti”.
Test animali e sofferenza
Gli animali non sono stati tutelati. Al contrario, il dolore al quale erano sottoposti è stato sottostimato. Nel corso degli anni, le procedura è stata anche alleggerita e ai ricercatori non è stato dato l’obbligo “di cercare alternative per ridurre o sostituire l’uso degli animali”.
Dal canto suo, il dipartimento dell’agricoltura si è difeso sostenendo che il numero degli animali utilizzati è stato inferiore. Inoltre, è stato ricordato che i gatti sono stati soppressi perché infettati dal virus.
Uno studio fondamentale secondo il dipartimento in quanto ogni anno il virus della toxoplasmosi colpirebbe ben 10 milioni di persone e soprattutto per tutelare i bambini che non hanno ancora sviluppato le difese immunitarie. In base ai dati ufficiali, grazie alla ricerca condotta dal Dipartimento dell’Agricoltura, le infezioni da toxoplasmosi derivate da cibo e acqua contaminata dalle feci dei gatti si sarebbero ridotte del 75%.
La questione, ha concluso Bishop, non è tanto rimettere in discussione la ricerca, quanto il trattamento disumano ai quali sono stati sottoposti i cuccioli.
C.D.