Nei mesi scorsi, Greenpeace ha pubblicato una petizione contro i rifiuti che finiscono in mare. In base ai dati circa 8 milioni di tonnellate di plastica, pari all’80% dell’inquinamento, finiscono in mare provocando un disastro ambientale spesso dimenticato, se non a ridosso della stagione estiva. Un materiale che si rivela una trappola mortale per gli animali. Immagini scioccanti hanno raccontato l’orrore e la sofferenza di migliaia di animali appartenenti a specie marine che ogni giorno restano vittime dei rifiuti.
Si tratta di episodi terribili, come dimostra l’episodio avvenuto all’inizio della scorsa estate lungo la costa di Scarborough, località turistica della costa dello Yorkshire. Infatti, tra sacchetti di plastica, bottiglie e reti da pesa è stato trovato un cucciolo di foca impigliato in un corda che le aveva provocato delle profonde lesioni al collo. Il povero animale è stato subito liberato dalla corda che gli si era aggrovigliata attorno al collo.
Ma secondo uno studio dell’Università di Siena, svolto insieme alla Marine Megafauna Foundation, della Murdoch University (Australia), le microplastiche sono pericolose per tutti. Non solo per i piccoli mammiferi marini, ma anche per grandi animali marini come la balenottera, lo squalo e la manta. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “Trends in Ecology & Evolution”.
Maria Cristina Fossi dell’Università di Siena ha sottolineato al quotidiano ‘La Stampa’: “Grazie a questo studio portiamo all’attenzione internazionale il problema dell’impatto delle microplastiche sulla salute dei grandi animali marini, e lanciamo un allarme per un problema di portata mondiale”. La plastica e microplastica nei mari e negli oceani costituiscono “un problema globale, che impatta tutta la catena alimentare. Studiando i grandi animali, che si nutrono di plancton o di prede, e che accumulano grandi quantità di inquinanti attraverso la loro alimentazione, possiamo valutare la portata del problema sulla fauna marina”.
Quindi ha proseguito: “L’esposizione alle tossine associate alla plastica può essere una importante minaccia alla salute di questi animali”. Essa “interferisce sugli ormoni che regolano la crescita, lo sviluppo, il metabolismo e le funzioni riproduttive”. Conclude la Fossi: “Adesso che l’attenzione internazionale è stata portata su questo tema, vogliamo approfondire gli effetti tossicologici”. L’obiettivo è definire “quale è la soglia di inquinamento che crea un impatto importante sulla catena alimentare”. Questo comprende analizzare anche il “pesce che anche noi uomini mangiamo”.
GM
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