Merli in trappola, le accuse dell’Enpa: “Colpa dell’uomo”

Merli in trappola, le accuse dell’Enpa: “Colpa dell’uomo”

I merli in trappola (foto Enpa)

Volontari dell’Enpa in azione per salvare due merli che in Brianza erano rimasti intrappolati nel filo di nylon lungo la pista ciclabile del canale Villoresi. A trovarli sono stati Lea e Stefano. L’Enpa ha ricostruito il complicato recupero: “È stato necessario ricorrere a una scala”, viene spiegato. Prosegue l’Enpa: “I due uccellini erano immobili e respiravano a fatica ma Lea e Stefano non si sono persi d’animo, li hanno alimentati con carne trita di manzo e acqua e pian piano si sono ripresi”.

Uno dei due merli non ce l’ha fatta, mentre ancora non è chiaro cosa sia accaduto. Si pensava che potesse essere stato il gesto di qualche persona animata da un istinto particolarmente crudele. Successivamente, invece, è sembrato chiaro che quei merli si fossero ingarbugliati da soli nel nido. I volontari hanno rilevato in ogni caso: “Anche se si tratta di fatalità la colpa è pur sempre dell’uomo. Bisogna stare attenti a corde e fili. Gettarli in strada significa condannare un animale alla morte”.

Si tratta di episodi che capitano con una certa frequenza e in Brianza non è la prima volta. Infatti, il mese scorso, un gruppo di piccioni erano stati trovati morti a Cascina Seregna di Caponago. A quanto pare avevano accidentalmente ingerito una massiccia quantità di prodotti tossici usati in agricoltura. L’Enpa conclude: “Non si sa se l’episodio sia stato incidentale oppure sia stato causato da qualcuno volontariamente. All’origine dell’incidente c’è però ancora una volta l’azione dell’uomo”.

Un grave precedente in provincia di Napoli

Un mese fa un grave episodio era stato denunciato dall’Enpa a Lacco Ameno, in provincia di Napoli. La Procura della Repubblica del capoluogo partenopeo ha ricevuto però un esposto compilato nel dettaglio da parte della locale sezione dell’ENPA. La denuncia fa riferimento per l’appunto all’operato giudicato indebito da parte di un anziano del posto. Questi in pieno giorno ha utilizzato delle grate di ferro cementandole per murare vivi dei colombi, causandone la morte per inedia.

L’intervento dei volontari e delle guardie zoofile dell’Ente Nazionale Protezione Animali era giunto purtroppo soltanto diversi giorni dopo a quanto commesso da questa persona, riscontrando come in effetti i volatili fossero rimasti intrappolati. L’uomo rischia ora una denuncia per maltrattamento di animali, come richiesto dalla stessa ENPA, la quale chiede a gran voce che venga individuato attraverso una indagine da far partire subito.

GM

Gestione cookie