Nella acque e sulle coste di Macerata arriva la Medusa Cassiopea: una vera novità per il mare italiano spiegata dal biologo Francesco Petretti.
Che il mondo sta cambiando è sotto gli occhi di tutti. In peggio o in meglio è “cosa tutta da scoprire”. Una nota canzone recitava: lo scopriremo solo vivendo. E così stiamo facendo noi, viviamo la giornata, con tutte le complicanze del caso e del momento, per scoprire cosa accadrà in futuro.
Ma a cambiare è anche il clima e di conseguenza l’habitat di alcuni animali, soprattutto marini. Oggi parliamo della Medusa Cassiopea, una specie marina che sta spopolando nelle acque e nelle coste di Macerata. Una specie sempre più diffusa anche in altri posti marittimi dell’Adriatico. A tal proposito è intervenuto il biologo Francesco Petretti. Quest’ultimo, in una lunga intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ha spiegato come la presenza di questo animale sia una “spia della trasformazione del mare”. Una spia che si accende sempre di più e che si appresta a fermarsi sul “rosso fisso”.
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A parlare di questo “improvviso” avvento Francesco Petretti, nonché docente dell’Università di Camerino e presidente della fondazione del bioparco di Roma. Quest’ultimo ha rilasciato una lunga intervista ove spiega cosa spinge la Medusa Cassiopea ad “entrare” nei nostri mari.
Anzitutto, il biologo spiega come distinguere questa specie da altre simili ad essa: “È una specie mediterranea, finora non troppo frequente, ma è una di quelle più grandi e più belle, perché le meduse sono molto vistose. Non abbiamo a che fare con delle meduse piccoline e poco visibili: sono queste, dette Pelagie, le specie maggiormente urticanti. La Cassiopea, invece, è grande ma non è pericolosa, anche se è comunque munita di cellule nematocisti, che utilizza per catturare le piccole prede. Sono meduse coloratissime. Hanno la forma di un ombrello con il centro di colore giallo e la parte inferiore piuttosto mossa. Ecco, qui si annidano poi dei piccoli pesci”.
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Poi prosegue sottolineando un importante aspetto in relazione alla “paura”: “Le meduse Cassiopea non sono pericolose, ma bisogna ricordare che la medusa è sempre un po’ urticante, quindi non bisogna mai prenderla a mani nude. Eppure la Cassiopea non è una di quelle specie che devono impensierirci più di tanto, quindi bisogna rispettarla, perché tali meduse hanno un loro ruolo nell’ecologia del mare”.
Infine, il docente universitario spiega a tutti gli effetti per quale motivo sono aumentati gli avvistamenti e che ruolo hanno le meduse nel nostro ecosistema: “L’aumento delle meduse va avanti da qualche anno e se ne dà notizia soprattutto nelle cronache estive, perché da tempo stiamo assistendo a delle espansioni e a dei boom demografici di varie specie. Quella che più ci impensierisce è la Pelagia Noctiluca, che ormai si presenta in grandissimo numero. È la specie di medusa più urticante. Le meduse sono delle spie della trasformazione del mare: molte specie sono infatti favorite dall’aumento delle temperature superficiali del mare, che ne determinano pure la crescita. E poi c’è anche un altro aspetto”.
E l’aspetto è davvero un “effetto a sorpresa”: “Le meduse stanno prendendo il posto dei pesci nella catena alimentare. In un sistema ecologico complesso come quello marino, nel quale ogni specie ha un suo ruolo e consuma le risorse per sopravvivere, se una specie scompare, il suo posto è preso da un’altra. Le specie che stanno scomparendo sono quelle di alcuni pesci soggetti a uno sfruttamento massiccio. Liberano così lo spazio per altri organismi, che si impossessano di quella risorsa, e questi sono proprio le meduse. Un po’ in tutto il mondo le meduse stanno entrando nelle catene alimentari prendendo proprio il posto dei pesci. Si sta cioè assistendo alla scomparsa di vari competitori”.
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