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Colonizzazione di Marte: la Nasa pubblicizza passeggiate spaziali con i cani

La Nasa pubblicizza le esplorazioni su Marte con i cani

La distanza minima tra la Terra e Marte è quando il pianeta si avvicina alla Terra 54,6 milioni di chilometri. Laddove la distanza massima tra i due pianeti quando sono ai lati opposti del sole è di 401 milioni di chilometri mentre i due pianeti sono sperati da 225 milioni di chilometri.

In base alle tecnologie a disposizione, il veicolo usato per la missione New Horizons della Nasa, ha una velocità di 58.000 Km/h, per cui secondo i calcoli, forniti da Lettera43.it, un viaggio su Marte durerebbe 39 giorni (942 ore) nel momento di massimo avvicinamento e 289 giorni nel momento di massima distanza (quasi settemila ore), oppure 162 giorni (3.888 ore) in una distanza media.

La Nasa è ormai determinata a portare gli esseri umani in gita nello spazio e pare che sarà possibile a partire dal 2030. In tal senso, l’agenzia spaziale americano pubblicizza le sue missioni, rilanciando di continuo l’interesse per Marte. Per rendere più famigliare le missioni la Nasa usa degli slogan molto vicini ai cittadini. In ultimo, secondo quanto riporta un interessante approfondimento del post.it, la Nasa ha diffuso un’immagine, con un astronauta, al suo agio con le mani in tasca intento a guardare il paesaggio marziano con al fianco un cane in tuta spaziale.

Forse la Nasa vorrebbe far passare il messaggio che andare su Marte è possibile anche per una passeggiata con il cane. Ma l’agenzia spaziale in realtà ci ricorda gli esperimenti passati di lancio nello spazio di animali condannati a morte.

Cani nello spazio

Negli anni della Guerra Fredda, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, Stati Uniti e Unione Sovietica si sono lanciati in una sfida alla conquista dello spazio. L’URSS effettuò diversi test e usò i cani per sperimentare le capsule spaziale. I cani venivano sottoposti ad un addestramento duro, dovevano familiarizzare con le tute spaziali e con le capsule. Successivamente erano sottoposti a stress fisici in delle simulazioni delle prove di lancio.

Dezi e Tsygan, il 22 luglio del 1951 sono stati i due primi cani a compiere un volo suborbitali. Hanno raggiunto gli strati più alti dell’atmosfera, un’altezza di 110 chilometri, per poi tornare sulla Terra sani e salvi.

Qualche mese dopo nello stesso anno, un altro cane chiamato “Bobik” (fuggiasco), addestrato per il volo, doveva compiere il lancio, ma riuscì a scappare. E così, gli scienziati, non potendo rimandare il lancio, presero un randagio, chiamato ZIB, acronimo di “sostituto del fuggiasco Bobik”. Miracolosamente ZIB tornò vivo su terra.

Laika

Il primo volo orbitale fu compiuto nel 1957 da Laika, che per cinque mesi rimase in orbita spaziale. Laika divenne il cane spaziale più famoso della storia. Purtroppo, morì dopo qualche ora dal lancio a causa dello stress e del calore interno alla capsula. Le cause della morte furono rivelate solo nel 2002 e secondo quanto svelato, Laika era comunque condannata a morte. Infatti, se fosse sopravvissuta al lancio avrebbe avuto ossigeno a disposizione solo per una settimana. I sensori disposti sul cane per rilevare il battito cardiaco e altri parametri vitali, hanno mostra i livelli di stress e le capacità di adattamento dell’organismo all’assenza di gravità.

A differenza della Russia, gli Stati Uniti sperimentarono i loro sistemi spaziali utilizzando soprattutto primati non umani.

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Animali nello spazio

Quello che non viene mai raccontato è come gli animali siano sottoposti a forti stress nella fase del lancio a causa della forte accelerazione e dei forti rumori. Un buon addestramento non sarebbe sufficiente a prepararli alla spedizione. Un viaggio di media potrebbe durare ben 9 mesi per arrivare a Marte oggigiorno e in cani dovrebbero adattarsi a fluttuare in assenza di gravità. Il corpo si adatta all’assenza di peso, riducendo gli sforzi, la massa muscolare e la densità delle ossa. Per cui i cani dovrebbero essere sottoposti a dure allenamenti come quelli degli astronauti per contrastare la perdita di tono muscolare. Infine, vi è anche il rischio radiazioni del sole che aumentano l’insorgenza di patologie come tumori.

Tra gli altri elementi a sfavore di un viaggio su Marte per gli animali, viene ricordato che l’aria su Marte è tossica così come il suolo. L’isolamento del cane dall’ambiente potrebbe fornire ulteriore stress ai cani, riducendo i suoi sensi come l’olfatto e l’udito. Infine, tra le problematiche legate ad un possibile viaggio dei cani su Marte, il fattore bisogni dell’animale per cui si dovrebbero studiare pannolini appositi.

C.D.

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