Si è svolta a Sangineto, la località diventata ormai nota, in provincia di Cosenza, per il fatto di cronaca agghiacciante, rimbalzato sui social, la scorsa estate, dopo la pubblicazione di un video nel quale quattro ragazzotti si sono divertiti a legare ad un albero e ad uccidere a bastonate un cane bianco, chiamato Angelo.
Il caso ha sollevato indignazione e ha riportato in primo piano il tema della crudeltà contro gli animali. Il 21 luglio, animalisti provenienti da tutta Italia, manifestarono a Sangineto per chiedere giustizia. E così, a distanza di diversi mesi, dopo la polemica sorta ad ottobre con un servizio delle Iene, in onda la domenica sera su Italia Uno, al quale replicarono i cittadini e lo stesso Sindaco contrari ad essere tacciati di omertosi, gli animalisti sono tornati nella piccola località calabra per ribadire lo sdegno e chiedere un inasprimento delle pene per il reato di maltrattamento e uccisione degli animali.
Questa volta lo hanno fatto con il consenso e l’appoggio delle istituzioni in qualità del Presidente del Senato Pietro Grasso che ha inviato un messaggio al Partito Animalista Europeo, promotore della manifestazione “Giustizia per Angelo”, indetta nel comune calabro.
L’accoglienza non è stata di certo delle più calorose e al di là dello striscione”Benvenuti”, sul posto i manifestanti sono stati accolti da agenti antisommossa e sono stati bloccati prima di arrivare a Sangineto paese dove a quanto pare “la manifestazione non era stata autorizzata”.
Ovviamente, sul posto erano approdati numerosi bus provenienti da diverse regioni ma il corteo era stato autorizzato solo alla marina di Sangineto e non nel paese, forse per evitare che il corteo raggiungesse le abitazioni dei giovani coinvolti nell’uccisione del cane. Molte attività commerciali sono rimaste chiuse per timore di disordini.
I manifestanti con le bandiere recanti lo slogan “ANGELO TI PERDONA IO NO” sono stati bloccati a 6 km dalla località e come prevedibile, non sono mancate le urla di protesta a suon di “buffoni” e “Vergogna”. Un comportamento che di certo lede ancora una volta l’immagine della cittadina, anche se al corteo hanno sfilato il Sindaco, i rappresentanti e parte della comunità di Sangineto.
Ecco perché,come riporta quotidiano.net, “i manifestanti dopo aver urlato slogan, esposto striscioni, hanno bloccato la statale 18 in segno di protesta”.
Insomma, ancora una volta, pare che il paese si sia stretto attorno ai quattro ragazzi, limitando la manifestazione, promossa con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
“Abbiamo trasmesso una formale istanza alle prime tre cariche dello Stato ed ai relativi gruppi parlamentari. Fintanto che non verrà modificata la Legge con l’inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, nessun Angelo avrà giustizia e altri Angelo continueranno ad essere barbaramente trucidati per gioco o per noia con la consapevolezza di restare impuniti”, viene scritto in una nota del Partito animalista europeo e del Noita, sottolineando che “la nostra condannanon è indiscriminata, ma diretta esclusivamente ai quattro assassini ed a tutti coloro che li difendono avallando, minimizzando o giustificando il loro operato e non a coloro che ne hanno preso le distanze. La mobilitazione è necessaria per mantenere elevata la tensione, altrimenti non se ne sarebbe più parlato visto comunque che gli assassini sono stati non solo individuati ma anche denunciati e con i tempi biblici della nostra giustizia chissà tra quanti anni vedremo la sentenza, sempre se non interviene la prescrizione”.
Tuttavia, viene evidenziato che “anche con il massimo della pena gli assassini non varcheranno mai la soglia del carcere”. Una triste e amara realtà anche se, proprio ieri, 25 novembre, il Tribunale di Massa ha emesso una sentenza definita storica, condannando un ex cacciatore per “uccisione volontaria” di un cane che è stato lasciato morire di fame, perché non era più utile ai fini venatori.
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