La SPA di Charleroi ha recuperato una cagna affamata e i suoi otto cuccioli. Questa è una delle conseguenze della vendita di animali su Internet e sui suoi social network. I proprietari senza scrupoli usano questo canale per riprodurre cani e gatti. È così che le madri riproduttrici diventano vere e proprie fabbriche di cuccioli o gattini e restano confinate in gabbie con il minimo indispensabile. La notizia era riportata qualche tempo fa da un sito belga.
Dunque, la SPA di Charleroi ha di nuovo affrontato un caso spregevole di abusi sugli animali. Una denuncia riguardante la vendita di cuccioli molto giovani su Internet è infatti stata fatta. Una donna che vendeva animali a Souvret è stato così oggetto di ispezione. E lì, gli ispettori hanno scoperto uno spettacolo desolante: la madre di otto cuccioli erano pelle e ossa ed era rimasta a cullare il suo piccolo a discapito della sua salute.
La proprietaria, che non nutriva l’animale e la destinava agli allevamenti intensivi, ha avuto il coraggio di insultare i volontari giunti sul posto accusandoli di “far incazzare il mondo”. Conscia della magrezza del suo cane, questa signora ha chiaramente favorito l’aspetto finanziario piuttosto che la salute del suo amstaff.
Il povero animale e i suoi bambini furono finalmente catturati dalla SPA e affidati alle cure del veterinario. Del peso di dieci chili meno rispetto al suo peso normale, la cagna amstaff è ben lungi dall’essere salvata, soprattutto perché è impossibile separare il suo lattante, con il rischio di condannarlo a morte. Il vice direttore del rifugio, Nathalie Van Namen, ha sottolineato che i cuccioli dovranno riguadagnare le forze.
Poi sulla mamma ha sottolineato: “Siamo già stati in grado di salvare altri animali nel suo stato e siamo ancora fiduciosi. Questo cagnolino è comunque adorabile con gli umani, nonostante quello che ha sofferto”. La SPA ha messo intanto sotto accusa la politica. In una nota ha spiegato che forse dopo questo episodio il mondo politico rivedrà finalmente la legge napoleonica che considera ancora l’animale come un “oggetto mobile”. La speranza, nell’immediato, è che comunque la povera cagnetta ce la possa fare.
GM
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