Molto spesso, tragedie sui nostri amici a quattro a zampe, come i maltrattamenti sui cani finiscono nel giusto modo: condanna per due uomini e una veterinaria.
Una piaga sociale, prima o poi, deve essere eliminata. Prima di essere eliminate vanno combattute con tutta la nostra forza, determinazione e coraggio. Purtroppo esistono, ma non per questo devono durare nel tempo. Una giusta battaglia, a parole e legale, è quella che ci vuole, sempre.
E di piaghe, purtroppo, ne troviamo anche nel mondo animale. Molte di più di quello che si pensa oggigiorno. Una di queste è sicuramente il maltrattamento dei cani e di tutti gli altri animali, molto spesso tenuti in condizioni precarie e fuori controllo. Proprio oggi ci occupiamo di una vicenda che tocca i maltrattamenti nel mondo canino.
Per accedere alla vicenda rimaniamo però nel nostro Paese, e cioè l’Italia, esattamente a Verona. Una situazione che si va a concludere nei migliori dei modi ma che era iniziata con dei fatti orribili comprendenti il mondo animali. Nella città veneta, dopo tre anni dal sequestro di una struttura, il Tribunale ha condannato i gestori dell’edificio poc’anzi citato e la veterinaria che lavorava come “affiliata” ai due uomini sopracitati.
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A volte le sentenze sono davvero lunghe. Ma ci vuole tempo, determinazione, coraggio e fiducia nelle istituzioni, affinché esse facciano il loro dovere e il loro percorso per poi condannare chi è giusto punire.
E ciò che è successo nelle ultime ore, ove, a distanza di tre anni dal sequestro della struttura denominata Amico Cane di Isola della Scala, in quel di Verona, sono stati condannati, per maltrattamenti sugli animali, i due gestori della struttura e la veterinaria che collaborava con essi. Le condanne, arrivate in primo grado, sono state di due anni e sei mesi di reclusione, di dieci mesi e di otto mesi. A riferire il tutto sono state le associazioni animaliste che si sono battute da sempre e che al tempo trovarono, oltre i cani, anche altri animali come pony, bovini e avicoli, tenuti in condizioni pietose e che andavano contro il loro habitat naturale.
A spendere “due” parole su questa condanna sono stati in molti. La prima, a intervenire, è stata Carla Rocchi, presidente dell’Enpa (Ente Nazionale della Protezione Animali): “Storie come queste fanno capire che dietro l’acquisto di un cane ci sono, molto spesso, vicende di maltrattamenti. I cani non sono un oggetto del desiderio. Continueremo a batterci per questi e altri motivi”.
Poi è stata la volta di Michele Pezone, legale di Lndc (Lega Nazionale in Difesa del Cane): “Siamo molto contenti di questa sentenza, anche se dietro sappiamo che ci sono state storie davvero terribili di maltrattamento e sfruttamento. Soddisfatti anche della sospensione, per un anno, dell’attività di allevamento”
In ultimo ha parlato Piera Rosati, presidente di Lndc, che ha espresso un entusiasmo davvero grande: “Giustizia, per quei poveri animali, è stata fatta. Vedere quelle immagini, in quei lager per animali, fa ancora male. Ma questa sentenza ci rende davvero felici, dobbiamo continuare a combattere per tirare fuori gli animali da questi posti dell’orrore”.
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