Di fronte ai tanti casi di maltrattamenti di animali che si stanno moltiplicando in queste settimane, la Lav chiede pene più severe.
Ogni giorno, vi diamo purtroppo notizia di maltrattamenti nei confronti di animali: solo nell’ultimo mese, molti sono stati gli episodi che abbiamo denunciato. Da Avellino e provincia, sono arrivate alla ribalta della cronaca nazionale vicende gravissime di uccisioni di cani, mentre analoghe denunce per abbandono e maltrattamento sono giunte anche dal Salento. Appena ieri, era emersa la vicenda di Fulmine, la mascotte degli agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di alta sicurezza di Nuchis. L’animale era stato investito e ucciso deliberatamente. Qualche giorno fa, infine, abbiamo rilanciato la storia di Stella e della sua terribile sorte.
Anche in virtù del fatto che i maltrattamenti di animali sono purtroppo all’ordine del giorno, la Lav ha lanciato una campagna per una revisione della legge 189/04 approvata 15 anni fa. Per il prossimo weekend, in particolare, sarà possibile trovare volontari dell’organizzazione animalista in tutte le piazze d’Italia, impegnati in una raccolta firme da presentare a governo e Parlamento: l’obiettivo è quello di norme più severe contro i maltrattamenti di animali. I dati sono davvero preoccupanti: in Italia, praticamente ogni ora e mezza, viene aperto un fascicolo d’inchiesta contro singoli per reati contro gli animali. Da qui la richiesta di revisione di una legge ormai datata, che preveda innanzitutto delle aggravanti e poi l’obbligo di confisca dell’animale in caso di colpevolezza.
Infine, la Lav punta all’introduzione del reato di strage di animali: in tal modo si potranno ottenere condanne più dure per chi ad esempio viene ritenuto responsabile degli avvelenamenti di massa. I volontari della Lav sottolineano: “Sono tanti, troppi, i casi che sfuggono alle maglie della giustizia. Per questo vogliamo migliorare la Legge 189, in modo che nessun crimine contro gli animali resti impunito, nessuna vittima sia lasciata nelle mani del suo aguzzino, nessun responsabile sfugga alla giustizia”. L’obiettivo è quello di fare sì che “i reati contro gli animali vengano riconosciuti in quanto tali, come atti diretti contro esseri viventi e non come semplice offesa al sentimento della pietà umana verso gli animali”.
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