Cucciolo di daino abbandonato dalla madre: era stato toccato dagli umani
L’educazione al regno animale è una componente fondamentale nella società. La cultura e la conoscenza degli animali, del loro linguaggio e della loro comunicazione sono necessari per una giusta interazione. E’ risaputo che i selvatici non accettano l’odore umano e si allontanano dagli esemplari che sono stati toccati dalle persone. Così si comportano soprattutto con i cuccioli. Se un cucciolo viene toccato da un umano, la madre di norma lo abbandona che sia un mammifero o un volatile.
Purtroppo, sono vane le campagne di sensibilizzazioni e gli avvisi delle direzioni dei parchi naturali o riserve che invitano il pubblico a non interferire con la fauna selvatica. C’è chi, come sempre, viola i limiti del buon senso, profittando di un incontro ravvicinato, ignorando le ripercussioni che si possono generare.
In ultimo, il caso registrato a Giaveno, nel Torinese, dove gli agenti della municipale hanno provveduto al recupero di un cucciolo di capriolo abbandonato dalla madre dopo che alcune persone lo avevano avvicinato e accarezzato nel bosco.
L’esemplare è stato trasferito al Canc-Centro animali non convenzionali di Grugliasco e affidato alle cure dei veterinari.
La notizia è stata condivisa in un post pubblicato su facebook nel quale viene denunciato che “per ignoranza un altro animale morirà”.
“Questo cucciolo di capriolo è stato recuperato oggi dagli Agenti della Polizia Municipale di Giaveno e portato al C.A.N.C. di Grugliasco. L’intervento si è reso necessario in quanto il piccolo è stato toccato da persone (i dettagli sono insignificanti) e per questo la madre non lo ha più avvicinato. Lo abbiamo scritto e detto in tutti i modi ma evidentemente c’è ancora troppa gente ignorante che va in giro per i boschi senza un minimo di conoscenze ‘etologiche’. A causa dell’ignoranza, e forse dell’egoismo nel voler a tutti i costi accarezzare il bambi di disneyana memoria, un altro animale selvatico morirà o nella migliore delle ipotesi finirà in un centro di detenzione, senza poter fare la vita che la natura aveva scelto per lui- concludendo- I selvatici ringraziano il Coronavirus per aver regalato loro tre mesi di vita ‘normale’”
La tutela della fauna selvatica è regolamentata dalla legge 157/1992 per cui viene ribadito che la “fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale. Spetta allo Stato e alle regioni “mantenere o adeguare la popolazione della fauna selvatica a un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto anche delle esigenze economiche, nonche’ ad evitare, nell’adottare i provvedimenti di competenza, il deterioramento della situazione attuale”. La legge stabilisce anche le attività di gestione e quelle venatorie per cui le Regioni hanno il dovere di “emanare norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica in conformità alla presente legge, alle convenzioni internazionali ed alle direttive comunitarie. Le regioni a statuto speciale e le province autonome provvedono in base alle competenze esclusive nei limiti stabiliti dai rispettivi statuti”. Nello specifico viene sottolineato che “solo su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, possono autorizzare esclusivamente gli istituti scientifici delle università e del Consiglio nazionale delle ricerche e i musei di storia naturale ad effettuare, a scopo di studio e ricerca scientifica, la cattura e l’utilizzazione di mammiferi ed uccelli, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati”.
L’interazione con la fauna selvatica comporta numerose ripercussioni sia per l’uomo che per la sopravvivenza delle specie, tanto più se protette.
L’interazione con animali selvatici si deve basare sul rispetto dell’animale, limitandosi alla sua osservazione senza interferire con il suo habitat o nella sua struttura gerarchica. Per questo è fondamentale educare i bambini ad “avvicinarsi” alla Natura non sulla sua dominazione.
Lo stesso vale per quanto riguarda il soccorso di animali selvatici che siano orfani o feriti. Esistono organi preposti come Carabinieri forestali o Centri Cras ai quali rivolgersi in caso di ritrovamento di una specie selvatica.
Infine in base all’art. 727 bis Codice penale è un reato uccidere, catturare o detenere esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta punibile con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 4.000 euro. Inoltre, “chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge, preleva o detiene esemplari appartenenti ad una specie vegetale selvatica protetta è punito con l’ammenda fino a 4. 000 euro”.
Il cucciolo abbandonato dalla madre:
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C.D.
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