L’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea ha dato il suo parere circa le macellazioni rituali senza stordimento dell’animale, previste dall’uso islamico. Egli ha infatti sottolineato che “costituiscono un precetto religioso che gode della tutela della libertà di religione”. Tuttavia, “non viola il diritto alla libertà di religione” il fatto che debbano avvenire in macelli controllati. Questo il fulcro di una causa tra la regione belga delle Fiandre e diverse associazioni musulmane e organizzazioni di coordinamento di moschee. A riportare l’accaduto è l’agenzia Ansa.
Le organizzazioni di fede musulmana, in base a quanto si apprende, nel 2015 hanno deciso di intraprendere una battaglia contro le Fiandre. Il motivo? La regione aveva stabilito che ogni tipo di macellazione senza stordimento di carne halal deve avere luogo solo nei macelli riconosciuti. Nella macellazione sono compresi gli animali uccisi nell’ambito della festa musulmana del sacrificio. Il parere dell’avvocato non è vincolante. Tuttavia, in gran parte dei casi, la Corte di giustizia dell’Unione europea ne tiene conto e si pronuncia in base a questo.
La festa del sacrificio si celebra il 31 agosto. Si tratta di una tradizione che nei giorni del cosiddetto Eid al-Adha comporta il sacrificio di un ovino, un caprino, un bovino o un camelide. Una ricorrenza con la quale viene ricordata il sacrificio di Abramo, quello nel quale ha sgozzato un montone al posto del figlio Ismaele. Tale ricorrenza comporta l’uccisione di 600 mila animali dei quali un terzo tramite “sgozzamenti fai-da-te”, ovvero con altri rischi igienici. A ricordarlo è stato quest’anno il presidente dell’Aidaa, Lorenzo Croce.
L’associazione animalista Aidaa ha pertanto sollecitato i sindaci di emettere ordinanze contro la macellazione senza stordimento. Dura in proposito anche la posizione di Animal Equality, che parla di un giro d’affari di cinque milioni di euro nel mercato di carne halal. Sul tema era intervenuta anche Michela Vittoria Brambilla, evidenziando: “Solo in Italia saranno decine di migliaia gli animali che perderanno la vita in questo modo, perché lo stordimento preventivo è vietato dal rito. A noi animalisti tutta questa sofferenza sembra il contrario di una festa. Perciò cambieremo la legge, non appena avremo la forza di farlo, visto che la politica finora non ne è stata capace”. Un anno prima, era emersa un’inchiesta sconcertante, sviluppata in Francia, sulle condizioni dei macelli ritualistici.
GM
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