Milioni di animali destinati alla macellazione compiono estenuanti viaggi via mare da Australia ed Europa ed Israele. E prima di morire sono costretti a soffrire le pene dell’inferno.
Migliaia di persone hanno marciato a Tel Aviv sabato sera per protestare contro la continua spedizione di animali provenienti dall’Australia verso Israele per essere macellati. Al mattino anche in Australia molti manifestanti si sono radunati davanti a una nave carica di migliaia di pecore e bovini in partenza per le coste di Israele. Entrambe le proteste hanno fatto seguito ad un documentario della durata di un’ora, realizzato da ‘Animals Australia’. E che parla delle terribili condizioni in cui versavano le pecore spedite via mare in Medio Oriente in cinque viaggi separati. Ciascuno della durata di oltre tre settimane. Il filmato inquietante, trasmesso poi nel telegiornale israeliano di Hadashot TV, mostrava il sovraffollamento a bordo, con animali talmente ammassati gli uni sugli altri da non poter nutrirsi.
Incapace di sedersi o sdraiarsi, la maggior parte era coperta dai propri escrementi. Ed ansimava per l’aria mancante e le alte temperature dell’ambiente. In uno dei viaggi documentati, 2400 pecore sono morte ed i loro corpi sono stati gettati in mare. Le scene strazianti, filmate da un informatore che lavorava sulla nave, hanno spinto il ministro della Pubblica sicurezza Gilad Erdan a chiedere una sospensione completa. O almeno una significativa riduzione, in quelle che definisce “crudeli spedizioni di animali vivi dall’Australia”. La moglie del primo ministro Benjamin Netanyahu, Sara, ha invece scritto su Facebook riguardo a questa cosa, dicendosi inorridita. La manifestazione di sabato sera, che secondo gli organizzatori ha portato circa 3.000 persone nelle strade, ha visto la partecipazione di diversi parlamentari della Knesset.
Sharren Haskel e Nurit Koren (Likud), Tamar Zandberg e Mossi Raz (Meretz), Yael Cohen Paran (Unione sionista) e Dov Khenin (lista comune). Haskel, co-presidente della lobby per i diritti degli animali della Knesset, ha detto alla folla: “Il continuo abuso di creature viventi durante questi angoscianti viaggi di sofferenza, in condizioni spaventose di sovraffollamento e sporcizia, sono incompatibili con una società morale. Questa è una lotta per l’umanità e che deve muovere compassione in tutti noi”. Domenica scorsa è stata lanciata una nuova campagna pubblicitaria che informa la gente sui mezzi pubblici di Tel Aviv e Gerusalemme. La campagna consta di manifesti dai toni forti. Le navi della morte trasportano da 1.000 a 20.000 bovini, o 100.000 pecore per volta. A volte gli animali sono anche mischiati.
Una volta giunti in Israele poi, i poveri animali destinati vengono caricati su dei camion per viaggi che possono richiedere anche ore prima di giungere ai macelli o agli impianti di ingrasso prima della macellazione. Sono trattati con antibiotici contro le infezioni, le quali possono essere molto frequenti a causa del sovraffollamento. A schierarsi al fianco degli animalisti c’è anche la dottoressa Lynn Simpson. Si tratta del veterinario ufficiale di bordo per 57 viaggi di esportazione, molti dei quali hanno avuto come destinazione proprio Israele. Dopo che il suo rapporto interno è stato inavvertitamente pubblicato dal suo dipartimento, la Simpson è stata licenziata, secondo quanto riferito. E questo perché l’industria zootecnica australiana non voleva più lavorare con lei.
A febbraio, l’Alta Corte di giustizia ha ordinato al governo di “cambiare marcia” ed accelerare i tentativi di ridurre la sofferenza degli animali spediti in Israele per l’ingrasso e il massacro. Dando il suo parere interlocutorio su una petizione presentata dai gruppi per i diritti degli animali per un divieto totale su quelli che i gruppi chiamano “spedizioni di morte” e la loro sostituzione con carne refrigerata importata, i giudici Elyakim Rubinstein, Hanan Meltzer e Neil Hendler hanno incaricato il governo di fornire un aggiornamento entro il 30 aprile sugli sforzi per attuare politiche che riducano la sofferenza degli animali importati. A maggio, il ministero dell’agricoltura israeliano ha annunciato di aver vietato immediatamente il metodo di macellazione rituale del “ceppo e sollevamento” per i nuovi macelli che volevano esportare carne nello stato ebraico.
A partire dal 1 ° giugno 2018, il divieto riguarderà anche i macelli con contratti esistenti. Ampiamente utilizzato dai macelli in Sud America, tale controverso metodo prevede di stordire elettricamente, sgozzare ed infine poi sollevare un animale in aria attraverso una zampa. I lavoratori quindi recidono il midollo spinale. Il governo si è impegnato a ridurre gradualmente le spedizioni vere e ad aumentare la quantità di carne refrigerata importata. Nel 2017, circa mezzo milione di animali vivi sono stati portati in Israele dall’Australia e dall’Europa. Secondo i gruppi per i diritti degli animali, a gennaio e febbraio 2018 nello specifico sono stati importati 105.444 animali vivi, con un aumento del 163% rispetto allo stesso periodo del 2017.
A.P.
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