L’orrore degli animali in Thailandia, scatti che mostrano elefanti incatenati e costretti alla continua presenza di turisti, obbligati a trasportare con dei pesantissimi baldacchini in cima a delle montagne gruppi di persone solo per far scattare il selfie perfetto.
La Thailandia è un luogo meraviglioso contornato da una fitta giungla che l’essere umano sta pian piano provvedendo a disboscare.
Piena di luoghi incontaminati, sembra essere un paradiso terrestre, nella giungla si possono trovare moltissimi animali in libertà come scimmie, merli, varani, serpenti, cobra e una miriade di pappagalli e farfalle dai colori lucenti e spettacolari.
Molto spesso però, l’apparenza inganna e quello che per l’essere umano potrebbe essere considerato un vero paradiso, per alcuni animali è un vero e proprio inferno. Lo sanno bene le tigri che passano la maggior parte del tempo narcotizzate in una gabbia, solo per il diletto dei turisti che si divertono ad accarezzare i cuccioli e a scattarsi foto con gli esemplari adulti.
Il punto è che con il turismo la popolazione thailandese ha perso completamente il rispetto per la natura, basta infatti girare per i mercatini o per le bancarelle per notare la varietà di specie che possono essere servite a tavola.
Per soli 300 Bht ( 9 euro ) è possibile mangiare uno squalo bamboo, più comunemente chiamato squalo gatto, la sua notevole diminuzione in natura a causa della pesca e dell’inquinamento sta portando pian piano questa specie verso l’estinzione.
Coccodrilli,serpenti, scorpioni e ragni oltre al comune pollame e pescato, possono essere “gustati” in ogni angolo delle città.
La cosa che più sconvolge però è la crudeltà con il quale viene tratto quello che è il simbolo della Thailandia: l’elefante.
Essendo il simbolo della nazione alcune persone sono portate a pensare che questo animale, in questo luogo da favola, sia venerato come fosse un animale sacro. In realtà il trattamento riservato a gli elefanti è l’opposto della sacralità.
Se pensate di poter vedere un elefante libero in Thailandia, vi sbagliate di grosso. Nel migliore dei casi troverete l’elefante legato in posti non certificati e spacciati per santuari dove questi, sono legati semplicemente con una corda ma hanno comunque i segni delle botte prese per essere addomesticati e addestrati, e se pensate che questo non sia niente provate a guardare la foto di questo Elefante che ha la bellezza di ben 2 buchi sulla fronte appositamente disinfettati.
Alcuni ragazzi hanno voluto raccontato la loro tristissima esperienza, i due hanno infatti voluto provare il trekking con gli elefanti sul baldacchino, e hanno raccontato di come dopo soli 50 metri hanno chiesto al ragazzo che era seduto a cavalcioni sul collo dell’elefante di tornare indietro.
Secondo il racconto dei due infatti l’elefante era visibilmente stanco e scocciato dalla presenza delle due persone sopra la sua schiena, probabilmente aveva trasportato persone su e giù per la montagna per tutto il pomeriggio.
La mattina aveva anche piovuto e il sentiero che avrebbero dovuto attraversare in groppa al grosso elefante era ripido, fangoso, e pieno di enormi massi.
A detta dei malcapitati che per tutto il percorso hanno supplicato il conduttore dell’elefante di poter tornare indietro, l’animale era talmente infastidito dal doversi arrampicare con quel peso sulla schiena, che il tragitto che sarebbe dovuto durare 30 minuti ne durò invece 55, descritti dai ragazzi come i più brutti della loro vita.
Durane il ripido percorso l’elefante non faceva altro che fermarsi in continuazione cercando di liberarsi dal pesante baldacchino, scuotendosi da una parte a l’altra, tanto che la barra di sicurezza dove i due giovani si stavano reggendo, si sfilò quasi del tutto rendendo l’esperienza ancora più terribile.
A un certo punto dell’escursione la coppia era talmente tanto sconvolta da credere che non sarebbero usciti vivi da quella che doveva essere una semplice passeggiata nella natura, l’elefante continuava a puntare discese ripidissime mentre il ragazzo che faceva da guida era diventato un bagno di sudore, cercando insistentemente di direzionare il grosso animale continuando a prenderlo a calci dietro le orecchie.
Una delle paure degli sventurati escursionisti riguardava poi, l’enorme mazza con una punta di ferro che l’uomo portava con se, i due avevano infatti paura che per farsi obbedire il ragazzo prima o poi avrebbe usato quella sorta di piccone appuntito, ferendo rovinosamente l’elefante e facendolo infuriare ancora di più.
Arrivati finalmente a destinazione scesero immediatamente dall’elefante e la guida gli confesso che non li aveva portati indietro, per paura che potessero chiedere indietro i soldi, cosa che fece infuriare ancora di più il giovane che aveva specificato più volte che i soldi non erano un problema, ma che voleva solo tornare indietro dato che la sua fidanzata era terrorizzata e che per tutto il percorso anche lui aveva pensato che la loro vita sarebbe finita su uno di quei sassi o sotto le zampe di quell’enorme creatura.
Il momento che però ha fatto piangere il cuore della coppia che si è resa conto di aver elargito i propri soldi, aumentato quello che potrebbe essere descritto come il turismo dell’orrore, è stato quello in cui, usciti incolumi dall’esperienza, si sono resi conto della punizione che il loro percorso tortuoso avrebbe causato sicuramente all’elefante.
Il trekking con gli elefanti non è infatti solo un maltrattamento e una prepotenza nei confronti di queste povere enormi creature che vengono seviziate dal momento della loro nascita.
Dietro quella che potrebbe sembrare un’innocua passeggiata nella giungla si nascondono le botte e le frustate nei confronti di poveri animali che seppur enormi non possono difendersi da quella che è la bestia più violenta della terra: L’essere umano.
Gli elefanti che non eseguono gli ordini, vengono picchiati con una sorta di piccone che gli provoca quei buchi in fronte che vi abbiamo mostrato precedentemente, ed è pericolosissimo per i temerari che si avventurano nel fare questa esperienza.
Leggendo le recensioni di questi posti non si riesce a capire come sia possibile ricevere un parere positivo, anche se fondamentalmente questo dove si erano recati i ragazzi è uno dei posti meno crudeli.
Avventurandosi nei paesi limitrofi a Phuket si possono trovare moltissimi luoghi dove è possibile fare Trekking su elefanti, ed è possibile dar da mangiare ai piccoli praticamente in ogni angolo della strada.
Altra nota dolente, i piccoli vengono legati con delle catene strettissime rinchiusi in piccoli recinti sull’asfalto, con catene cortissime legate alla zampa anteriore in modo che i loro movimenti siano molto limitati.
I cuccioli altamente stressati dal continuo via vai di gente che non fanno altro che toccarli in ogni parte del corpo, non possono fare altro che cercare quella che probabilmente è la loro mamma o un membro della loro famiglia per cercare conforto.
In questi luoghi infatti gli elefanti sono già pronti per affrontare quella che sembra a tutti gli effetti una pesantissima giornata lavorativa, immobili legati con catene al collo, pronti con il baldacchino sulle spalle in attesa che qualche turista voglia salire per fare un giro.
Per una passeggiata bastano 900 Baht (27 €) mentre per alimentarli e fare una foto bastano 100 Bath (3€), un business che frutta milioni di Bath al giorno.
Orde di turisti si recano in questi luoghi anche solo mossi dalla compassione, spendendo i propri soldi anche solo per nutrire queste creature, non comprendendo però, che così facendo, alimentano maggiormente il disagio e lo sfruttamento degli elefanti.
La Thailandia è una paese bellissimo e maestoso dai fantastici luoghi suggestivi da visitare e dalla cultura particolarmente accattivante, che rende ogni posto magico e surreale.
Per quanto riguarda gli elefanti ci sono dei posti specializzati chiamati santuari dove tutto il ricavato serve solo ed esclusivamente per sostentare gli animali che vagano liberi nella riserva a loro dedicata, dove è possibile ascoltare le tristi storie della loro vita, lavarli e scattare qualche foto senza stressarli, gli animali che si trovano in questi santuario sono infatti tutti o quasi, animali salvati dalla brutalità dell’essere umano.
L.L.
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