E’ riuscito a vivere a dispetto di quanto fatto da chi lo maltrattava: la storia di Pepe, il cane sopravvissuto pur essendo legato alla catena senza acqua e cibo.
La sua voglia di vivere ha vinto e proprio grazie a questa è riuscito a superare le difficoltà che la vista gli aveva posto davanti: il suo padrone lo costringeva a vivere in condizioni disumane. Eppure Pepe, questo il nome del cane è sopravvissuto pur essendo legato alla catena senza acqua né cibo, a dispetto di colui che lo maltrattava. Eppure per questo esemplare di Giussano, provincia di Monza-Brianza, le sventure non sembrano ancora essere finite perché la possibilità di adottarlo è ancora lontana.
Lo spettacolo che si sono trovati davanti le guardie del Nucleo Guardie Zoofile Epa di Giussano, provincia di Monza-Brianza, il 12 febbraio scorso è stato raccapricciante: un cane era tenuto in condizioni disumane, legato a una catena, smagrito e debole a causa della mancata assunzione di cibo e acqua (da chissà quanto tempo).
La presenza dell’animale in queste deplorevoli condizioni era già stata segnalata da vicini di casa, allarmati probabilmente dalle condizioni igieniche del luogo e dallo stato di salute precario di Pepe. Chissà cosa sarebbe accaduto se le guardie non avessero dato ascolto a quelle voci e non si fossero presentati a constatare la situazione personalmente: per fortuna il finale per questo cane sarebbe stato un altro. Infatti è stato salvato, curato e dopo due settimane è in netta ripresa.
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Date le condizioni terribili di detenzione e lo stato di eccessivo dimagrimento del cane, le guardie hanno chiesto spiegazioni al suo (ormai ex) padrone. L’uomo, pur essendo in grave difetto per lo stato di evidente disidratazione e magrezza dell’animale di cui avrebbe dovuto prendersi cura, si è mostrato molto poco collaborativo e aggressivo.
Il suo atteggiamento ostile ha reso necessario l’intervento dei Carabinieri, che hanno denunciato l’uomo per maltrattamento e abbandono di animale e posto Pepe sotto sequestro e affidato alle Guardie Zoofile, le stesse che lo avevano salvato e verso le quali il povero cane si è mostrato subito riconoscente e grato. Per lui quell’inferno era finalmente finito, non avrebbe dovuto più rivedere quell’uomo orribile che lo deteneva in quello stato pietoso, ma purtroppo non è ancora ‘pronto’ per essere adottato da una famiglia che lo ama.
Infatti per i cani sequestrati l’iter giudiziario da seguire non prevede l’adozione in tempi brevi, poiché il processo in corso può avere una durata variabile anche di anni e anni. Per fortuna tuttavia Pepe ha iniziato e sta portando avanti con successo un percorso di riabilitazione fisica ed emotiva, con l’aiuto di personale esperto, per essere pronto e sano e trovare finalmente l’amore di una famiglia a processo ultimato.
Francesca Ciardiello
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