Esprimere lo sdegno e la condanna per un gesto di questo tipo non ha più senso. Resta solo un sentimento d’impotenza e di rabbia nei confronti di un ennesimo episodio di inciviltà .
Un altro cane vittima della malvagità , un meticcio nero che di certo non si meritava una fine così orrenda. E’ quanto accaduto a Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania, in Sicilia dove hanno ritrovato il meticcio impiccato all’interno di un vasca di raccolta acqua in disuso.
A trovare il cane sono stati dei ragazzini che, giocando ad esplorare il territorio, si sono imbattuti in una macabra scoperta: quella di un cane morto impiccato. Immediata la segnalazione alle autorità con l’intervento dei volontari dell’associazione animalista locale Porgi l’altra zampa.
“Il cane ha il muso legato ed è stato impiccato con un filo di ferro legato al collo a una trave presente nella vasca di raccolta. Non sappiamo se si tratta di un randagio o di un cane di proprietà . A prima vista, il cane peserebbe sui dieci, dodici chili, e potrebbe essere stato ucciso almeno da tre giorni”, spiega Anna Maria Puglisi, una volontaria dell’associazione.
Purtroppo, il randagismo è una piaga nella provincia e casi di questo genere sono frequenti. Un modo barbaro, come ripetuto più volte, con il quale alcuni individui provvedono a fare pulizia, in assenza del controllo delle autorità .
Il Sindaco Salvatore Mastroianni interpellato da MeridioNews ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto, annunciando di volersi informare su quanto accaduto, ha condannato il gesto: “Si tratta di un’azione gratuita e immotivata”.
Recentemente, nella stessa provincia, ci sono stati casi di avvelenamento di randagi mentre nel mese di gennaio un altro cane a Paternò è stato trovato impiccato.
Ci si chiede quanti cani dovranno ancora morire prima di trovare una soluzione a livello istituzionale. Non è possibile che gli animali siano trattati in questo modo e non è possibile che dei bambini crescano in un ambiente così degradato a livello sociale.