Siamo in provincia di Catania, in Sicilia, a Paternò dove ancora una volta si registra un caso di crudeltà. A fine dicembre, rimbalzò sui social l’appello disperato di una volontaria che denunciava una condizione drammatica per il randagismo, casi di cani impiccati alle recinzioni o avvelenati, riscontrati nella stessa provincia.
A distanza di diverse settimane, un nuovo caso terrificante con il rinvenimento di un cucciolo, un meticcio di 4 o 5 mesi, trovato impiccato ad un ponte in contrada Pietralunga sul fiume Simeto a Paternò. Un cucciolo nero, di taglia medio piccola, che qualcuno ha brutalmente ucciso pensando di sbarazzarsi di un problema, senza farsi scrupoli, togliendo la vita ad un piccolo essere indifeso, morto probabilmente, dopo una lunga agonia. Nessuno è intervenuto, nessuno ha sentito i suoi guaiti e lamenti. E’ morto nell’indifferenza.
L’immagine del cane è rimbalzata sui social e ancora una volta ha sollevato lo sdegno e la rabbia. Le fotografie sono state scattate da un giovane di passaggio che ha segnalato il caso alla polizia municipale che ha avviato un’indagine.
“Abbiamo ricevuto le segnalazioni del caso e ci siamo subito attivati una pattuglia si è recata sul posto, e abbiamo allertato la ditta per procedere alla rimozione del cadaver. Verificheremo la presenza di eventuale microchip. È chiaro che chi ha agito voleva uccidere la povera bestia”, ha dichiarato Antonino La Spina comandante dei vigili urbani del comune etneo.
Sempre a Paternò, nel mese di agosto 2016, venne ritrovato un cucciolo, con una corda al collo, ucciso, dopo essere stato trascinato probabilmente da un’automobile. “È stato seviziato, torturato e poi è morto soffocato”, aveva dichiarato una volontaria locale che ha ritrovato il cane. Come sempre, nessuno ha visto nulla e come sempre, la morte di una piccola creatura indifesa, resterà impunita.
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