La condizioni di vita dei pesci nelle acque nazionali parlano chiaro: l’inquinamento farmaceutico rivela uno scenario preoccupante.
Se un’importante squadra di ricercatori ha da poco condiviso i dati riguardanti l’allarmante situazione generata dalla contaminazione farmaceutica delle acque dei fiumi della Grande Mela, anche nelle acque dolci della penisola, e in altre parti del mondo, le condizioni di vita delle specie acquatiche non sarebbe affatto rassicurante. Secondo, infatti, l’indagine di un team di scienziati, pubblicata in questi giorni da “The Guardian” nella sezione della rivista dedicata alla Natura e alla Sostenibilità, le aziende farmaceutiche di tutto il mondo dovrebbero essere le prime a reagire a questa situazione.
La maggior parte dei pesci che nuotano in acque nazionali sono stati considerati dagli scienziati come esemplari assoggettati al numero di farmaci ingeriti ingeriti nel corso della loro vita. L’invito dei ricercatori è dunque quello di virare quanto prima in direzione di una produzione di Farmaci Green, ossia a impatto zero, ed è rivolto principalmente alle aziende farmaceutiche di tutto il mondo.
A cambiare non sarebbe stato soltanto l’aspetto dei pesci, e di altri animali sotto e sopra la superficie dell’acqua, ma anche i loro comportamenti. I pesci appaiono ai ricercatori come drogati e vittime di acute manifestazioni d’ansia che non gli permetterebbero, ad esempio, di rapportarsi lucidamente di risposta alla presenza di predatori.
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Queste ultime manifestazioni sarebbero riconducibili all’inserimento nel loro organismo, dapprima accidentale, di sostanze stupefacenti, come metanfetamina, oppure di altre sostanze frequentemente utilizzate per la realizzazione di farmaci, come anticoncezionali e antidepressivi.
Se la grande partecipazione alla Giornata europea del mare nel 2023 aveva lasciato ben sperare gli attivisti che si battono ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento delle acque internazionali, nel 2024 lo scenario resta ancora preoccupante anche per quel che riguarda le acque dolci e, in particolare, la loro contaminazione.
I pesci, e altre specie di animali in prossimità di fiumi e mari, stanno cambiando le loro abitudini e le loro conformazioni di risposta all’assunzione di queste sostanze tossiche per i loro organismi. Ma non è tutto, secondo la “Swedish University of Agricultural Sciences” il pericolo si estende anche all’uomo che, abituato com’è a cibarsi di queste specie, potrebbe essere vittima di indesiderate ripercussioni sulla sua salute.
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