Thor, recentemente avvistato lungo le coste dell’Islanda, è stato protagonista di un avventuroso viaggio in mare aperto.
Il tricheco, che ha attirato l’attenzione dei media non solo italiani, ma internazionali, è stato avvistato per la prima volta lo scorso novembre lungo le coste della Norvegia, dove venne rintracciato da un gruppo di ricercatori. Da allora, Thor ha continuato il suo viaggio in mare aperto, spostandosi verso ovest alla ricerca di nuove opportunità.
Pensate, il giovane tricheco, originario delle coste della Groenlandia, ha percorso più di 600 km. Stando a ciò che riportano gli esperti, il viaggio di Thor potrebbe essere stato causato sia dalla scarsità di cibo che dal cambiamento delle condizioni ambientali nella sua area di origine. I trichechi, infatti, si nutrono principalmente di animali marini come molluschi, crostacei e pesci, e la loro sopravvivenza dipende strettamente dalla disponibilità di cibo.
Il riscaldamento globale sta causando davvero tanti problemi, tra cui, anche il ritiro dei ghiacciai nella zona artica, che sta riducendo sempre di più l’habitat naturale dei trichechi e dei loro prede. Questo sta mettendo a dura prova le popolazioni di trichechi, che sono già state colpite in passato dalle attività di caccia e dalla contaminazione dei mari.
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Il viaggio di Thor, che ha attraversato acque fredde e agitate, è stata anche un’occasione per gli scienziati di studiare le abitudini e il comportamento dei trichechi. Infatti, grazie ai dispositivi di monitoraggio posizionati sulle loro pinne dorsali, è possibile seguire tutti i movimenti degli animali e monitorare la loro salute.
Il viaggio di Thor, inoltre, dimostra anche quanto sia importante della conservazione e della protezione delle specie animali e ricordiamoci che la sopravvivenza dei trichechi dipende dalla preservazione dell’habitat naturale e dalla riduzione delle attività umane che minacciano la loro sopravvivenza.
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È importante, dunque, agire sin da subito per limitare il più possibile l’impatto dell’uomo sull’ambiente e garantire la sopravvivenza delle specie animali che condividono il nostro pianeta.
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Irene Forte
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