L’impegno dei sub con i coralli, un obiettivo che mira alla salvaguardia del più importante ecosistema presente nel mondo
L’Australia sta lentamente tornando alla normalità. Dopo l’inferno di fuoco che ha dovuto affrontare per mesi, senza sosta, sta tornando a risplendere più forte di prima. La natura si sta riprendendo i suoi spazi, e grazie all’appoggio di persone che la amano, sta riprendendo a fiorire, nonostante ostacoli e avversità. Alcuni sub hanno deciso di darle una mano, piantando i coralli per ripopolare la Grande Barriera Corallina.
Approfittando dell’assenza di turisti e di un ambiente decisamente più pulito del solito, i membri della società “Passions of Paradise” si stanno impegnando per restituire la vita ad un elemento naturale che sembrava ormai destinato all’estinzione. La più grande estensione di corallo al mondo, nel corso degli anni ha subito una grande sofferenza a causa del ruolo negativo che hanno esercitato le attività umane su di lei. Un impatto disastroso che ha indebolito l’immensa ricchezza che presenta: 2.900 scogliere, 900 isole e una grande varietà di pesci. In ragione di ciò, la società sopra menzionata, specializzata nelle immersioni a conduzione familiare, attraverso il suo operato spera di curare l’ambiente delle coste, riportando in vita il più grande habitat dei mari tropicali. Il loro impegno è caratterizzato da azioni concrete mirate a realizzare nel più breve tempo possibile, tale obiettivo.
Il CEO di Passions of Paradise, Scott Garden ha affermato che la compagnia si è occupata di donare un catamarano multiscafo avanzato, denominato Passions III, e volontari, al Coral Nurture Program, un progetto finalizzato al ripopolamento della barriera corallina, fondato su una stretta collaborazione tra turismo e scienza. Un progetto lodevole, se si considera la morte prematura che le barriere coralline hanno dovuto affrontare. La colpa? La prima causa della sua distruzione proviene dall’impatto esercitato dalle attività economiche umane. Inquinamento, riscaldamento delle temperature dell’acqua e una pratica eccessiva della pesca, sono i principali responsabili di tutto questo.
La Grande Barriera Corallina non può e non deve essere abbandonata a se stessa. La sua eventuale morte potrebbe rappresenterebbe la fine del turismo australiano con conseguenti danni a livello economico, sociale e ambientale. Per tutti questi motivi, confidiamo nel coraggio e nello spirito di abnegazione che la Passion of Paradise detiene a partire dal 1987, l’anno della sua fondazione. Poco importa se lo scopo originario di tale compagnia era diverso da quello attuale, perché il suo unico interesse è sempre stata “la salute” del più grande organismo vivente sulla terra.
Quando fu creata, la Passions of Paradise era un catamarano in acciaio, realizzato con il proposito di offrire un viaggio rilassante lungo la barriera corallina, facendola ammirare ai suoi passeggeri. Per agevolare il loro viaggio, nel 1997 alla barca è stata allungata di 4 metri, consentendo ai passeggeri di permettersi un giro più veloce e confortevole. Tuttavia, la vera svolta è arrivata nel 2003 quando la barca ha raggiunto una lunghezza di 25 metri. Poi, nel 2017 è divenuta una delle vele più grandi e veloci di tutta l’Australia. Il suo punto di forza è l’accesso ai punti più esterni della barriera corallina.
Una nave completa in ogni parte che dà un sostegno fondamentale alla salvaguardia di un grande patrimonio naturale da ammirare e custodire con cura.
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Benedicta Felice
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