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L’hanno gettata nel fango condannandola ad una morte atroce

Nella maggior parte dei casi di maltrattamento, il primo pensiero che viene riservato ai responsabili è “ti meriti lo stesso trattamento” oppure gli si augura “di fare la stessa fine”. Commenti frequenti tra gli animalisti più accaniti del web e nei social che vengono spesso criticati. Eppure, nessuno si sofferma mai sul crimine commesso e la condanna che in realtà dovrebbe essere unanime così come lo sdegno. Molte persone giustificano alcune azioni come “bravate”, in altri casi difendendo la posizione di coloro che magari hanno ucciso un animale perché infastidiva un gregge di pecore, ricordando che si tratta di tradizioni contadine. Scuse che in una società evoluta nel senso etico non hanno ragione di esistere.
A Milena, in provincia di Caltanissetta, si è verificato un caso raccapricciante, di una cagnolina getta in una pozza piena di fango per ucciderla. Secondo il coordinatore delle Guardie Zoofile della LIDA, Fabio Calì, intervenuto sul posto per soccorrere l’esemplare dopo una segnalazione della polizia municipale, l’autore del gesto voleva disfarsi del cane perché malato.

“Il cane presentava il fango completamente indurito. Era inoltre imbrattato di grasso e veramente viene da chiedersi il perché di tanta crudeltà. E’ stata trovata all’interno di un’area fangosa completamente recintata e la cagnolina, di circa un anno e mezzo di vita, non aveva neanche la forza per potersi alzare”, ha spiegato Calì, sottolineando che “la gente deve capire che si deve denunciare, viceversa non cambierà mai niente. I Comuni, poi, devono attuare dei progetti volti alla sterilizzazione dei cani, oltre che a mettere in atto dei controlli capillari sui microchip”.

La cagnolina è stata portata in un ambulatorio veterinario, dove sono state somministrate delle flebo in quanto si rifiuta di mangiare. Mentre i volontari stanno cercando di rimuovere il fango indurito con dell’acqua tiepida.

Quello che sconforta è la modalità barbara e crudele di chi ha voluto uccidere il cane. Si tratta di un gesto pensato e premeditato, cospargendo dapprima il cane nel grasso per poi gettarlo nel fango in modo ce si attaccasse meglio al pelo e che il cane in questo modo morisse per una lenta agonia.

Ovviamente, il cane era senza microchip e sarà difficile risalire al proprietario e a chi ha commesso questa crudeltà. Adesso, l’attenzione è rivolta a salvare la vita al povero animale, sperando ad una sua successiva adozione.

Recentemente, un caso simile è rimbalzato sulle pagine dei quotidiani riguardo ad un gruppo di bambini che hanno rivestito di colla e gettato nel fango un cucciolo di pochi mesi.
Ci si chiede come sempre in questi casi che tipo di soddisfazione provano determinate persone nel far soffrire un animale.

lotta75

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