Cooper, levriere greyhound di tre anni, aveva un destino segnato: cane da corsa, in Irlanda rischiava la soppressione a soli tre anni. Per fortuna è intervenuta una famiglia di Monselice, che lo ha adottato. Cooper nel suo Paese di provenienza aveva corso una trentina di gare, vincendone diverse, ma a un certo punto i risultati sono iniziati a peggiorare. Così, a tre anni, nonostante fosse giovane e in perfetta salute, la sua forma fisica era spossata, tant’è che è stato costretto a ritirarsi dall’attività agonistica. Ha però trovato appunto la famiglia di Alessandro Lucchetti, che ora racconta cosa sarebbe successo: “Questi animali, che terminato l’utilizzo agonistico diventano un peso per i proprietari, vengono abbandonati o soppressi. In qualche modo la loro soppressione è persino legalizzata”.
Grande e costante è l’impegno da parte di cittadini, sportivi e istituzioni per scongiurare il fatto che i levriere greyhound vengano eliminati. Ci sono associazioni come la Gaci e la Sos Levrieri impegnate in prima linea per evitarlo. Del resto, vengono selezionate accuratamente famiglie che con una semplice donazione di qualche centinaia di euro possono riscattare cani che ne costano migliaia. Aggiunge Lucchetti: “Va detto che un levriere da gara arriva in condizioni psicologiche e comportamentali ideali, perché per gareggiare un levriere non può avere sul peso maltrattamenti o ritmi insostenibili. I problemi non sono quelli della carriera sportiva, ma del post-ritiro”.
La vicenda di Cooper è la stessa di decine di levrieri che giungono nel nostro Paese alla ricerca di una famiglia. Peraltro in casa Lucchetti c’è già un altro levriere, il galgo Ama. Anche egli è stato strappato alla morte, poiché era solitamente utilizzato per la caccia alla lepre in Spagna. Il suo fisico non era più il solito, però: “Questi forse sono trattati ancora più brutalmente quando non servono più”.
Cooper ricorda da vicino Mosley, un bellissimo levriero di 4 anni che è scampato alla morte dopo aver trascorso un’intera carriera nel mondo delle corse. Quando è stato salvato, l’animale era talmente traumatizzato dai modi violenti di chi lo aveva addestrato fino a quel momento che faceva fatica a relazionarsi con gli umani. Lentamente, grazie al supporto di un centro, è tornato quello di prima e ha trovato famiglia.
GM
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