La storia di Leon, trovato nelle campagne calabresi in condizioni precarie

La storia di Leon, trovato nelle campagne calabresi in condizioni precarie

La storia di Leon, il cane trovato nelle campagne calabresi in condizioni precarie: si pensava a un’aggressione con l’acido, cosa è accaduto.

Leon
(Facebook)

In provincia di Vibo Valentia ha suscitato sdegno la storia di Leon, un cane che è stato rinvenuto con il muso completamente bruciato. Ormai, gli episodi di crudeltà nei confronti di animali sono diffusi e quotidiani, per cui ogni volta si pensa al peggio. Appena ieri, era emersa la vicenda di Fulmine, la mascotte degli agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di alta sicurezza di Nuchis. Anche in virtù di questi episodi ricorrenti, si pensava che anche Leon fosse stato vittima di crudeltà umana.

Parla la veterinaria che ha curato Leon

In particolare, si credeva che qualcuno avesse lanciato dell’acido sul muso dell’animale, provocandogli così quelle ustioni. L’animale era stato ritrovato in condizioni precarie nelle campagne intorno a Brattito, nel vibonese. Ora, Roberta Ricottilli, il veterinario di Nicotera che, per prima, si è occupata del meticcio Leon, spiega che è azzardato parlare di ustioni provocate dall’acido: “Il cane trovato nel Vibonese presenta una distruzione delle narici e del labbro superiore probabilmente dovuta a patologia sistemica o fungina”, afferma il medico. La dottoressa, nel fare la sua diagnosi, ritiene altresì “improbabile che una volta gettato, l’acido vada a colpire in maniera così precisa solo le narici senza portare danni alle gengive o agli occhi”.

Dopo un breve periodo in cura a Nicotera, ora il cane è stato preso in carico da un gruppo di animalisti di Catanzaro. Sono stati questi ad avanzare la tesi dell’aggressione con l’acido, ma la veterinaria sottolinea che Leon “è leishmania positivo”, per cui quelle ustioni sul muso potrebbero essere legate a questa sua patologia. In ogni caso, “la malattia non è stata accertata in quanto chi l’ha ricoverato da noi si è voluto limitare a farci eseguire solo determinati esami”. Quel che è certo – stando alle parole della veterinaria – è che viene smontata almeno questa volta la tesi del gesto di crudeltà contro un povero meticcio.

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