Una vicenda che risale al 2o13, quando due signore di Lentini, in provincia di Siracusa avevano segnalato le condizioni precarie in cui viveva un cane, legato in balcone, senza un riparo, in balia delle intemperie e del temperature torride nei periodi estivi. Dopo la denuncia presentata da una delle due donne, Anna Cannone, sul posto si recarono degli agenti della Polizia di Stato per effettuare delle verifiche, accertando le condizioni di abbandono e di maltrattamento del cane, di nome Vicky.
Il cane fu sequestrato e trasferito presso una struttura a Sortino dove il cane è rimasto fino a quando nel 2015, il Pubblico Ministero titolare delle indagini, non affidò nuovamente l’animale al proprietario.
Vicky tornò su quel balcone e una delle due donne, Anna Cannone, che si era occupata fin dall’inizio del caso, denunciò ancora una volta tramite i social network le condizioni di Vicky che fu di nuovo sequestrata dalla Polizia di Stato e affidata questa volta, si spera per sempre, ad una persona di Firenze che si era interessata al destino della piccola Vicky.
Purtroppo, i proprietari, non contenti del danno che avevano provocato al povero animale avevano introdotto un secondo cane sul balcone, condannandolo alla stessa misera vita della piccola Vicky. E così, tramite un nuovo appello diramato nel mese di maggio del 2016 e tramite il sostegno di un’associazione di Catania, l’Altra Zampa, la Cannone con altri due cittadini, armati di denunce e documentazione che testimoniava le condizioni di violazione del benessere dell’animale detenuto sul balcone, sono riuscite a mettersi in contatto con i NAS, la Polizia di Stato di Lentini e l’ASP veterinaria per liberare il secondo cane animale costretto a vivere in un luogo definito “inappropriato, con gravi carenze igienico-sanitarie” dalla stessa ASP.
Grazie alla premura della Cannone, L’Altra Zampa ha denunciato alla Procura di Siracusa tutta la vicenza e il Pubblico Ministero lo scorso 14 novembre ha emesso l’ordine di immediato sequestro del cane con denuncia a carico del proprietario per il reato di abbandono di animale e maltrattamento.
“La storia a lieto fine delle due cagnette legate entrambe da un triste vissuto non cancellerà si spera le omissioni e le responsabilità del caso”, puntualizza in una nota la sig.ra Cannone, auspicando che l’esempio di tre cittadine che hanno avuto il coraggio di denunciare, contribuisca a spezzare la catena dell’indifferenza e a dar voce a creature indifese.
Dal canto nostro ci si chiede che senso abbia prendersi un cane per trattarlo in quel modo.
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