La leggenda di Natale: gli animali parlano e giudicano i padroni

La leggenda di Natale: gli animali parlano e giudicano i padroni

Nella notte più attesa dell’anno, la leggenda di Natale si può avverare: gli animali parlano dei proprietari ma guai ad ascoltarli.

gatto dagli occhi azzurri
gatto dagli occhi azzurri (fonte Pixabay)

Avete mai sentito parlare della leggenda di Natale? Nella notte più attesa dell’anno, quella tra il 24 ed il 25 dicembre, succede qualcosa di straordinario. I nostri amici animali iniziano a parlare tra di loro, giudicando i comportamenti dei loro proprietari tenuti durante tutto l’anno. La voce circola ormai da tempo e giunge da un territorio ben preciso dell’Italia ma, oltre ai fatti degli amici a quattro zampe, porta con sé anche un avvertimento fondamentale. Ma da dove arriva tale leggenda e cosa è accaduto per davvero?

La leggenda di Natale: guai ad origliare!

Asinelli, animali del Presepe
Asinelli, animali del Presepe (fonte Pixabay)

E’ iniziato ufficialmente il conto alla rovescia per la notte più romantica dell’anno. L’attesa per la nascita di Gesù Bambino e per l’arrivo di Babbo Natale inizia a farsi sentire, dai piccoli fino ai grandi. Tanti i preparativi per la festa ed i regali acquistati anche per i nostri cuccioli ma, proprio loro, sono i protagonisti della notte.

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La storia arriva dal Pollino, Parco Patrimonio dell’Unesco a cavallo tra la Calabria e la Basilicata. Da molti anni e fino ad oggi, si racconta dell’abitudine dei pastori a far mangiar bene anche gli animali in quella notte magica. Se è festa, lo è anche per loro e dunque, più cibo e gustose pietanze per buoi, pecore, maiali, galline ecc., tutti gli animali rappresentati nel Presepe. La leggenda narra che, proprio a cavallo tra il 24 ed il 25, gli animali si confrontino tra di loro e giudichino l’atteggiamento dei loro proprietari. Ma attenzione però: guai ad origliare, le pene sono davvero severe.

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E’ quanto accaduto infatti ad un pastore che, scettico sulla storia, prima della mezzanotte avrebbe origliato i suoi animali nella stalla. Per paura o per effetto della leggenda, l’uomo non ha retto il colpo e l’indomani i suoi animali lo hanno portato al sepolcro. Da quel momento la voce si è sparsa su tutto il territorio ed è diventata un vero e proprio mito che si tramanda di generazione in generazione. I significati attribuiti alla storia sono diversi. C’è chi crede che sia un insegnamento a non maltrattare gli animali o la consapevolezza che solo le anime pure, come cuccioli e bambini, possono non essere giudicati. Sta di fatto che la leggenda è andata avanti nel corso del tempo e nessuno ha mai sfidato più il mito come quell’uomo.

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