Aveva gli occhioni grossi, aspettava seduta sul davanzale di una casa a Baltimora, nel Maryland, che qualcuno l’aiutasse. E’ stata notata per caso dal proprietario dell’abitazione che ha subito segnalato il gatto alle autorità competenti. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia che hanno provveduto a portare il gatto presso un rifugio, il BARCS Animal Shelter.
Il gatto chiamato Duckie aveva le orecchie, i baffi e i polpastrelli ustionati. Il tipo di bruciature ha fatto subito pensare che non si trattasse di un incidente, bensì di un’azione voluta: il gatto era stato ustionato in punti precisi, come se qualcuno lo avesse voluto torturare.
“Ci vengono i brividi solo a pensare che questo adorabile micio, fiducioso nell’uomo che fa le fusa e chiede solo coccole, sia stato vittima di un mostro che ha profittato della sua dolcezza, per fargli del male”, hanno scritto i volontari, diffondendo il post con le fotografie di Duckie, ipotizzando che la gatta sia riuscita a scappare e a salvarsi la vita.
Il gatto è stato preso in affidamento da un’operatrice del rifugio fino a quanto recuperate le bruciature possa essere dato in adozione.
Sulle torture di Duckie, la polizia ha inviato un’indagine, chiedendo a chiunque sia al corrente di qualche elemento di fornire informazioni utili per individuare e fermare il responsabile. Orrori perpetrati ai danni di esseri indifesi, da persone che non hanno scrupoli e che sono potenzialmente pericolose per la società , come sostenuto da numerosi studi e dallo stesso FBI che, lo scorso anno, ha elevato di categoria, la violenza contro gli animali, considerato un “crimine efferato”.
Ultimamente, sono rimbalzate sulle pagine dei quotidiani numerose notizie riguardo a casi di crudeltà diventati virali, che hanno suscitato il timore di emulazione nella loro diffusione. Tra questi, youreporter.it, aveva segnalato il caso di uno “psicotico” che si diverte a bruciare i gatti, filmandone la morte in diretta, mostrando un video terrificante che abbiamo preferito non diffondere (ecco il link per chi ha il coraggio di visualizzarlo). Quest’individuo, desideroso di notorietà , pubblica anche i filmati delle torture sui social e in rete. Tuttavia, le autorità non sono ancora riuscite a rintracciarlo e a fermarlo.
L’elemento che ha sconvolto maggiormente lo staff del rifugio è che nonostante l’orrore subito, la piccola Duckie era là in attesa che qualcuno l’aiutasse, ancora fiduciosa, rispondendo con le fusa alle carezze. Un comportamento che per i volontari dimostra come gli animali sanno perdonare.