Alcune malattie del cavallo comuni e pericolose
Il cavallo appare come un animale imponente e forte. A differenza della sua stazza si tratta di una specie molto delicata che necessita cure e attenzioni. Ad esempio, un’alimentazione squilibrata può provocare non poche conseguenze anche letali per l’animale come le coliche o la laminite. Ci sono diverse malattie che possono colpire il cavallo, alcune delle quali sono piuttosto comuni. Possono derivare da carenze alimentari, o sovralimentazione, batteri, vermi (verminosi), infezioni o infiammazioni, colpi di freddo.
Per questo è importante fare attenzione all’aspetto del cavallo, al suo comportamento anomalo e ai sintomi che possono indicare un malessere nell’animale. Tra questi, la sudorazione in alcune parti del corpo che può indicare una colica in corso, la respirazione, anomalie nelle feci, una zoppia, la lucentezza del manto o l’aspetto stesso degli zoccoli che può anche indicare una carenza.
L’influenza equina provoca un innalzamento della temperatura corporea, tosse secca, congiuntivite, coliche e debolezza fisica arrivando all’inappetenza. Se non diagnosticata può complicarsi con il rischio di diventare bronchite. Si tratta di una patologia contagiosa per la quale non esiste un reale trattamento con il quale eliminare il virus. E’ possibile vaccinare il cavallo ma non esclude la possibilità che possa contrarre l’influenza in futuro.
Scabbia o rogna del cavallo
La rogna sarcoptica o la scabbia non colpisce solo i cani. Si tratta di un acaro, l’acoro della rogna che è un parassita simile alle uova delle pulci che provoca, prurito irritazione, deperimento del pelo che appare opaco. In alcuni casi il cavallo può anche avere dolore. Tra le conseguenze, vi sono anche la perdita di appetito, vesciche, croste e piaghe sulla pelle. La patologia può peggiorare portando a febbre, linfonodi, dimagrimento del cavallo.
Ci sono tre tipi di rogna, quella che colpisce la testa, il collo e il garrese, la scabbia demolettica colpisce invece il ciuffo, la criniera, una parte della coda, la base ma anche le cosce e infine la rogna simbiotica che colpisce la parte inferiore degli arti e le zampe del cavallo.
La prima cosa da fare è sicuramente pulire l’ambiente e disinfettarlo. Una stalla umida e sporca favorisce infatti la proliferazione del parassita. Il periodo migliore in cui prolifera il parassita è tra la fine dell’inverno e la primavera.
Il trattamento deve essere stabilito con un veterinario equino che dopo aver effettuato degli esami specifici, stabilità la terapia migliore con antibiotici e antinfiammatori.
Le coliche sono una delle cause più frequenti di morte di un cavallo. La miglior cura è la prevenzione che si fonda sulla regolarità nell’alimentazione dell’animale, la gradualità nel cambio di alimentazione e l’idratazione del cavallo. Rispettando queste semplice regole un cavallo può vivere tutta la vita senza mai avere una colica.
Colica spasmodica: è frequente nei cavalli giovani e nervosi. Si verificano violenti contrazioni spastiche ed è molto dolorosa.
Colica gassosa– è provocata da iperfermentazione del materiale alimentare soprattutto nelle regioni del colon e del cieco; la conseguenza determina una eccessiva produzione di gas che distende le anse intestinali (molto dolorosa). Da menzionare che anche il ticchio d’appoggio o l’aerofagia può portare a questo tipo di patologia associata come alla dilatazione gastrica (accumulo di aria nello stomaco).
Colica da costipazione– si verifica in caso di accumulo di materiale alimentare nell’intestino e provoca difficoltà di evacuazione. Non è molto dolorosa. Il cavallo può aver ingerito troppi alimenti asciutti e non aver assunto molta acqua.
Colica da torsione- una delle forme più gravi che deriva dalla torsione di un segmento intestinale lungo il suo asse longitudinale. Può essere risolta solo con una chirurgia. Ci sono diversi tipi di torsione che si rivelano spesso letali.
Colica tromboembolica – anche in questo caso, si tratta di una colica molto grave e spesso letale. Deriva dalla migrazione delle larve di parassiti intestinali attraverso i vasi mesenterici con conseguente trombosi degli stessi e necrosi del tratto intestinale interessato.
Il dolore colico può essere acuto oppure sordo, ovvero che si protrae nel tempo. Molte coliche si possono verificare nei cambi di stagione, spesso in primavera con l’erba ricca di sostanze.
I segni più evidenti sono inappetenza, il cavallo raspa, si guarda i fianchi, appare agitato e suda, si sdraia ripetutamente e si rotola, assume la posizione della minzione o della defecazione senza però riuscirvi.
La laminite o podoflemmatite è un’infiammazione nel dito, delle lamine cornee e dermiche. Si tratta dell’interruzione del flusso di sangue verso la lamina dello zoccolo del cavallo e nei casi più gravi può portare al distacco delle lamine dall’osso podalico. Una malattia che provoca la zoppia del cavallo.
Ci sono diversi fattori che possono portare alla laminite
La laminite può essere di diversi livelli: acuta, sub-acuta e cronica. Nella fase acura che appare tra le 12-48h, il cavallo tende alla depressione, inappetenza, e ha dolore durante l’attività fisica, tendendo ad assumere posizioni animale. Se non trattata, dopo tre giorni, il cavallo entra nella fase subacuta con aumento del battito cardiaco e cambiamenti nell’andatura. Tende a spostare il peso sui talloni, dando l’impressione di essere inclinato all’indietro. Nella fase cronica, si registra la parziale rotazione della III falange che provoca un danno permanente della struttura delle lamine dermiche e compromette l’attività dell’animale. Sia nella fase acuta che subacuta il cavallo può ancora essere recuperato.
Per prevenire la laminite viene suggerito di limitare alimenti contenenti gli amidi soprattutto somministrati in forma cruda o semi cotta. Le fermentazioni anomale creano disturbi e possono provocare laminiti o coliche. Fare attenzione anche ai pascoli troppi ricchi come le erbe di primavera e in autunno contenenti troppi zuccheri.
Il tetano è letale per il cavallo. Si tratta di un’infezione provocata da un batterio che si deposita sulle ferite aperte. Causa un decesso per paralisi respiratoria dopo una lunga agonia dell’animale. Di norma l’animale viene vaccinato una volta all’anno, per prevenire il rischio. I sintomi del tetano sono irrigidimento dei muscoli della mascella, delle zampe posteriori e del collo portando alla morte il cavallo tramite una paralisi respiratoria. E’ fondamentale e tempestivo pulire le ferite aperte del cavallo e rivolgersi al veterinario per un intervento immediato per contrastare la possibile infezione con un anti tetano.
Le zecche sono portatrici di numerosi malattie infettive, tra le quali alcune molto gravi. Tra le patologie trasmesse al cavallo dalle zecche vi sono l’anemia estrema detta anche Febbre da zecca del Colorado, una grave infezione virale. Altre infezioni sono purtroppo più comuni.
Tra queste, la malattia di Lyme (borreliosi) ovvero l’erlichiosi equina. Il batterio Ehrilichia Equi può essere trasmesso dalla puntura di una zecca o da aracnidi ospitati sulla pelle del cavallo. Oggigiorno viene la malattia infettiva viene chiamata ANAPLASMA Phagocytophyla. Ha sintomi simili alla piroplasmosi.
La terapia è differente e prevede la somministrazione di ossitetraciclina in vena per 7-10 giorni.
L’altra malattia infettiva, nota come Piroplasmosi, ha un’incubazione di circa tre settimane dopo il morso della zecca infetta. Si tratta di un protozoo, ovvero non è né batterio né virus, ma un organismo unicellulare chiamato Babesia (Babesia Equi e la Babesia Caballi). Il babesia è un parassita dei globuli rossi. Provoca febbre elevata, emoglobinuria e se non viene trattato, porta anche alla morte.
Tra i sintomi, apatia del cavallo, inappetenza e temperatura elevata arrivando anche a 42°, nonché disidratazione del cavallo. Successivamente emerge l’anemia emolitica e le mucose si pigmentano di giallo.
E’ necessario chiamare il veterinario ed eseguire esami del sangue.
L’encefalite nei cavalli è causata da un’infezione che scaturisce dalla puntura di zanzara e che provoca un’infiammazione cerebrale. L’encefalite porta a convulsioni e paralisi. La diagnosi è spesso funeste e viene suggerito di effettuare le dovute vaccinazioni nonché di tenere l’animale in un luogo pulito, tenendolo isolato da altri animali sani.
C.D.
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