La LAV, Lega Anti Vivisezione, è prossima a tagliare il ragguardevole traguardo dei 40 anni di attività , e per l’occasione rende noto attraverso il proprio sito web ufficiale quello che è il Bilancio Sociale fatto nel corso del 2015. Nel documento c’è traccia di qualsiasi attività svolta con i relativi risultati conseguiti.
LAV comunica: “L’anno scorso abbiamo fatto tantissimo, e siamo orgogliosi di ogni nostro sforzo profuso per il bene degli animali, anche per l’impatto che abbiamo generato sulle persone e sul territorio. Quello del Bilancio Sociale non è uno strumento obbligatorio per una onlus come la nostra, ma rappresenta un mezzo importante per rendere noto i traguardi raggiunti affinché ogni singolo animale abbia libertà , dignità , vita’, secondo i valori che ispirano le nostre azioni quotidiane.
La LAV è responsabile, dal 1977 ad oggi, della promulgazione di 13 leggi nazionali e di Direttive Europee volte a tutelare gli animali. E nel solo 2015 la onlus è diventata custode legale di ben 1331 animali dei quali si prende adesso cura, raccogliendo centinaia di denunce per maltrattamenti e dando via ai relativi procedimenti penali.
Ecco i fatti più eclatanti che riguardano la LAV capitati nel 2015:
L’attivazione di due borse di studio per progetti di ricerca che non fanno uso di animali, rispettivamente presso l’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro di Genova e l’Università di Genova, e l’altra presso l’Università di Pisa per studi sulle sostanze tossiche inalate.
Il sequestro e la messa in sicurezza di 357 cani e 118 gatti nel rifugio “Parrelli” di Roma, con relativo processo giudiziario che vede la LAV costituitasi parte civile.
La condanna ottenuta in primo grado e poi successivamente confermata in appello, di “Green Hill”, un allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione. La struttura è stata riconosciuta colpevole di maltrattamenti, con un veterinario ed il co-gestore della struttura condannati entrambi a 1 anno e 6 mesi, mentre un solo anno è stato comminato al direttore.
L’indagine Toxic Fur 2, relativa alle sostanze potenzialmente tossiche presenti in alcuni campioni di capi d’abbigliamento per bambini confezionati con pelliccia animale: il Ministero della Salute ha verificato la veridicità del tutto, confermando la presenza di sostanze potenzialmente pericolose e ha disposto il ritiro dal commercio di alcuni capi segnalati. E molti altri sono i risultati ottenuti.