In queste settimane, il Governo cinese aveva preso una decisione storica riguardo al commercio della carne di cane nel contestato Festival di Yulin, scegliendo di vietarla. Contro questa decisione, hanno protestato i residenti di Yulin, così come i commercianti, gli allevatori e i ristoratori al punto che le autorità locali hanno dovuto smentire il divieto di consumo di carne di cane al Festival di Yulin che si svolge ogni anno a fine giugno, in concomitanza con il solstizio estivo.
Il dibattito sul consumo di carne di cane in Cina è molto ampio, tant’è che sotto i riflettori è finita anche la nota catena di supermercati Carrefour. La multinazionale è infatti accusata di venderla sui banchi alimentari dei supermercati. Nello specifico, si parla della presenza di carne canina in un paio di market della catena francese a Xuzhou, nella provincia dello Jiangsu, ed è stata lanciata una petizione online per metterla al bando.
Il risultato di questa campagna è stato che nel giro di pochi giorni Carrefour ha fatto retromarcia, annunciando l’immediato ritiro del prodotto. Nello specifico, sotto accusa era finito un prodotto con etichetta turtle-juiced dog meat (ovvero carne di cane in brodo di tartaruga), dal peso di 900 grammi e il costo di circa venti euro. Già nel 2012, spiega Jill Robinson di AnimalAsia, Carrefour si era impegnata a mettere al bando la carne di cane.
Qualche tempo fa, in un post la China’s Rescues and Shelters ha ricordato gli orrori perpetrati per il commercio della carne di cane, denunciando che si tratta di un settore che danneggia la reputazione dei cinesi, definendolo “moralmente ripugnante”.
Quello della vendita di cani randagi è peraltro un fenomeno piuttosto diffuso come mostra un video rimbalzato sui social a novembre nel quale si vede un uomo intento a rubare un cane, legato all’esterno di un’abitazione, al quale spara un dardo avvelenato o con un sonnifero, per poter prelevare il povero animale.
Di recente, invece, vi abbiamo raccontato la vicenda di un povero cagnolino che è stato ritrovato rinchiuso in un sacchetto, pronto per essere venduto, ancora vivo, come carne. Il piccolo amico a quattro zampe protagonista di questa storia si chiama Doggo e a salvarlo è stato un uomo che ritrovatosi davanti a quel macabro spettacolo non è rimasto inerme.
Sulla questione del consumo di carne di cane scende ora in campo Andrea Bocelli, testimonial di una campagna lanciata da Michela Vittoria Brambilla, presidente di Leidaa e del neonato Movimento Animalista. Il noto cantante – ambasciatore della musica italiana nel mondo – ha spiegato in un video: “Lui si chiama Chopin, ve lo presento. E’ il mio cane ed è il primo amico che mi aspetta quando torno dai viaggi che faccio in giro per il mondo”.
Bocelli ha proseguito: “Il cane è da sempre amico dell’uomo, l’amico che non ci tradisce mai e noi dobbiamo cercare di restituire almeno un po’ di quello che questi animali ci danno. Non abbandoniamoli, amiamoli e soprattutto – siccome sono nostri amici – non maltrattiamoli. E non mangiamoli”. L’appello è seguito dagli hashtag #StopYulin #StopBoknal #StopDogMeatTrade e dalle immagini di Bocelli che gioca col suo fido Chopin.
L’appello di Andrea Bocelli
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