Oggi parleremo di una specie di antilope molto particolare dal punto di vista morfologico: l’antilope Saiga. In effetti questo animale ha un aspetto estremamente particolare con un naso allargato che pende dalla bocca. Fanno parte della famiglia degli ungulati e sono una variazione tra le antilopi e le pecore. Il loro mantello è in effetti colorato in maniera diversa a seconda della stagione e dell’habitat. E’ di un color miele in estate e primavera abbastanza folto per poi schiarirsi e infoltirsi più del 70% in inverno. I maschi maturi hanno corna quasi verticali; questi sono semitrasparenti e sono circondati dalle sezioni inferiori. Ne esistono all’incirca tre gruppi della sottospecie S. T. tatarica in Kazakistan e Ural, Ust’-Urt e Betpakdala e una parte nella regione del Pre-Caspio (una popolazione europea). Alcune mandrie di una delle popolazioni del Kazakistan migrano in Turkmenistan e in Uzbekistan durante l’inverno. Ognuna di queste popolazioni è distinta e c’è poca mescolanza di popolazioni.Fino all’inizio degli anni ’60 c’era anche una popolazione di Saiga tatarica in Cina. Due popolazioni della saiga mongola ( S. t. Mongolica ) abitano il nord-ovest della Mongolia.
“Non sappiamo di alcun caso in biologia in cui il rapporto tra i sessi sia andato così male che la fecondità si è schiantata in questo modo”, dice Eleanor Milner-Gulland dell’Imperial College di Londra, il principale esperto in Occidente sulla specie.
Il problema sorse alla fine degli anni 80‘ quando venne commissionata una ricerca da parte del WWF all’Università cinese di Hong Kong che trovò efficace l’uso della corna di antilopi Saiga quanto il corno di rinoceronte nella lotta contro la febbre e nel 1991 il WWF iniziò una campagna a Hong Kong per pubblicizzarlo come alternativa.
L’anno seguente, il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite nominò l’ecologo del WWF Esmond Bradley Martin come “inviato speciale” per convincere i farmacisti in tutta l’Asia ad adottare il corno della saiga come utile rimedio. Dure le parole di Bradley Martin non si scusa. Ha detto a New Scientist & Colon; “Ho sostenuto l’uso del corno di antilope saiga come sostituto del corno di rinoceronte dei primi anni ’80. A mio parere era la politica corretta al momento. Ma mi sono fermato intorno al 1995, quando ho letto dell’inizio del forte calo delle popolazioni di saiga “.
“Le pianure erano nere con queste antilopi, ma ora puoi andare là fuori e non vederne affatto”, dice Abigail Entwistle, una zoologa di Fauna e Flora International, un’organizzazione benefica con base in Gran Bretagna. “Questo è il cambiamento più improvviso nella fortuna di una grande specie di mammiferi registrata negli ultimi tempi”.
Tra il 1993 e il 1998, i numeri della Saiga in tutta l’Asia centrale sono quasi dimezzati, bande di bracconieri armati di motociclette e asce affilate, iniziarono ad andare a caccia di queste stupende creature facendo numeri impressionanti. Iniziò cosi il commercio ILLEGALE E DI FRODE. Una delle mandrie più in pericolo di estinzione si trova nell’enorme regione del Betpak-Dala, nel Kazakistan centrale, ad oggi il loro numero è stimato intorno ai 4000 esemplari; un calo del 99% dal quale sarà difficile avere un ritorno.
“I sondaggi aerei effettuati nel 2001 dall’Istituto di zoologia in Kazakistan non hanno rivelato la presenza di maschi adulti o giovanili, solo femmine” afferma Milner-Gulland. E il tempo stringe per introdurre altri maschi, dato che normalmente le antilopi saiga vivono solo per tre o quattro anni.
Uno dei problemi maggiori è anche che questa specie non è stata inserita nei registri delle specie a rischio di estinzione fino al 2002, anche se la sua diminuzione era gia iniziata nel 1993. I conservazionisti hanno faticato a tenere il passo con la scala del disastro. Nei prossimi mesi lanceranno un appello di emergenza per salvare mandrie selvagge.
“Il problema è che molte persone non hanno mai sentito parlare dell’animale, quindi è difficile raccogliere fondi”. Afferma Entwistle.
Un’altra causa principale del declino della saiga è il sovrasfruttamento dei suoi pascoli, il degrado generale dell’habitat e la costruzione di strade e canali. Prima del 1991 il numero di capi di bestiame, in particolare di pecore, aumentava enormemente. Di conseguenza la qualità dei pascoli per la saiga si è deteriorata.
B.M
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