Un femmina di rottweiler di circa due anni, con il cucciolo di tre mesi, sono stati lanciati dal cancello del rifugio gestito dall’associazione ADA a Palermo. I volontari sottolineano che i due esemplari sono stati sollevati per essere buttati come dei sacchi all’interno del rifugio. I due cani non sarebbero abituati alla presenza dell’uomo per questo ci si chiede come abbiano vissuto fino a quel momento.
Un modo facile per sbarazzarsi di un tipo di cane appartenente ad una razza difficile da gestire che molte persone prendono per pura moda. Proprio a Palermo vi è un’emergenza di razza pericolose nei canili, come i pitbull, cani che vengono presi sia per combattimenti illegali o per tendenza e dei quali ci si libera abbandonandoli alle prime difficoltà.
Esemplari che, all’interno dei una struttura come un canile, richiedono particolari attenzioni, per il loro recupero e per tenerli separati dagli altri cani. Ecco perché denunciano i volontari “molto probabilmente, uno volta resosi indipendente dalla madre, avrà bisogno di un box singolo, complicando, così, la sistemazione dei cani”.
Nei giorni scorsi, sempre all’interno del rifugi era stato lanciato un rottweiler maschio, ridotto pelle ed ossa.
“La situazione del rifugio è sempre più drammatica… avevamo scritto un appello pochi giorni fa, ma con l’aiuto delle poche persone che hanno risposto abbiamo pagato mezza delle pedane di croccantini che occorrono per sfamare i nostri canuzzi… ne compriamo due al mese. Sembra quasi che il nostro rifugio ( e sicuramente non solo il nostro) sia trasparente. Veniamo contattati continuamente per ospitare cani in difficoltà, ma evidentemente poi si pensa che i cani mangino aria e soprattutto non si ammalano mai”, scrive l’associazione, lanciando un appello per gli aiutie aggiungendo che “tutti si concentrano sugli eventi strappalacrime e poi dimenticano che nei rifugi i volontari sono disperati e stanchi. I cani sono tanti, questa settimana due rottweiller gettati dentro la struttura. Offriamo stallo a tanti cani del canile municipale in attesa di adozione, organizziamo i viaggi con relative spese. Siamo veramente al collasso…ci aiutano solo pochissimi angeli…non ce la facciamo. Vi preghiamo di non abbandonarci. Occorrono croccantini e farmaci”.
Una triste realtà che nel silenzio mediatico devono affrontare quotidianamente i volontari, spesso lasciati solo a loro stessi dalle stesse istituzioni. A cominciare dalla legge che ancora oggi punisce come una semplice sanzione amministrativa, il reato dell’abbandono.
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