La violenza gratuita su esseri innocenti è forse una delle azioni che la società consapevole condanna maggiormente. La follia di queste persone nei riguardi degli animali è un indizio di soggetti pericolosi per la società stessa e secondo le casistiche, nel 90% dei casi, le persone violente con gli animali, lo saranno nei confronti di altri esseri umani. Dopo il video diffuso da un gruppo di adolescenti nel quale hanno picchiato un randagio a bastonate in provincia di Cosenza, sollevando lo segno sui social italiani, ecco che dall’Argentina, spunta un altro filmato raccapricciante.
Secondo quanto si apprende, una giovane adolescente nella città di Saenz Pena, in provincia di Chaco ha voluto verificare la teoria secondo la quale se il gatto cade sempre in piedi. La ragazzina ha pertanto lanciato il gatto della sua vicina, dal balcone del suo appartamento, situato al quarto piano di un palazzo, filmando tutta la scena.
Il video ha scandalizzato la rete e l’adolescente è stata subito individuata dalle autorità. Dopo aver chiesto scusa sui social, la giovane ha abbandonato la rete: “Quello che ho fatto è stato orribile e non lo giustifico. Furono due secondi di incoscienza e stupidaggine, non ho pensato più in là del momento, non ho nemmeno immaginato le conseguenze della mia azione”, ha scritto la ragazza, cercando però di minimizzare il suo gesto: “E’ stata una prova stupida perché avevo sempre sentito dire che i gatti cadono in piedi, ho dato per scontato che non si sarebbe fatto male. Non ho mai voluto che il gatto si facesse male. Certo adesso che penso a freddo, so che è qualcosa che non avrei dovuto fare. Per tutti quelli che sono interessati al piccolo animale, sappiate che non morì e se ne andò camminando sulle sue zampe. Ho chiesto perdono alla sua proprietaria e mi sono presa il carico di tutte le spese veterinarie che potrebbero essere necessarie”.
In ogni caso, la proprietaria del gatto ha denunciato la ragazza. Il video è stato ripreso dalle testate di tutto il mondo. Resta lo sconforto di tanta incoscienza e violenza gratuita ma anche il timore di come quel gesto potrà essere emulato (si spera di no) da altre persone.