La tartaruga con la pinna amputata e lo stomaco pieno di plastica, l’ennesimo danno provocato dall’inquinamento che fa preoccupare tutti
E’ successo di nuovo. L’inquinamento da plastica ha rischiato di uccidere un’anima innocente. Ancora e per l’ennesima volta. Uno splendido esemplare di tartaruga caretta caretta è stato ritrovato con lo stomaco pieno di plastica e una pinna amputata da una lenza. Fortunatamente, la sua presenza è stata notata dalle persone giuste che l’hanno fatta finire in buone mani. Ecco com’è andata.
La tartaruga con la pinna amputata e lo stomaco pieno di plastica
La tartaruga di nome Robin è stata avvistata dagli uomini della Guardia Costiera di Messina, prima delle 9 del mattino, di domenica scorsa, che ha allertato il Centro Recupero Tartarughe marine di Brancaleone in Calabria. L’esemplare si trovava in una condizione di estrema difficoltà, rimasto intrappolato nel groviglio di una lenza. L’animale non riusciva a muoversi, la pinna penzolava e non era in grado di tornare alla superficie. Le sue condizioni di salute erano disperate perché se nessuno fosse riuscito ad intervenire, il piccolo non ce l’avrebbe fatta. La gravità della situazione è stata confermata anche dai medici che lo hanno visitato: “Lo stomaco era colmo di plastica e la ferita, purtroppo, era esposta.” L’espulsione dei pezzi di plastica è stata possibile a causa delle terapie effettuate in quanto l’esemplare ha ripreso a mangiare tranquillamente. Tutto questo però non è bastato poiché ancora le sue condizioni sono critiche.
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I medici però non si arrendono e credono nella forza della testuggine. Il loro amore è così grande da darle un nome di buon auspicio: Robin. Il suo nome si riferisce alla medicazione che è stata effettuata intorno al rapace che richiama il simbolo di un arciere pronto a lanciare una freccia. Una freccia che i volontari sentono che abbia già scoccato nella coscienza di Alice la volontaria che sta apportando il suo aiuto al Centro, supportando gli animali che ne fanno parte. Robin è solo uno dei tanti esemplari che sono arrivati al Centro di Recupero. “Dall’inizio dell’anno abbiamo prestato soccorso a 50 esemplari. Il nostro impegno è tanto ma occorre aiuto per salvare le tartarughe ritenute le ambasciatrici del nostro mare” hanno affermato i membri dell’associazione. Nonostante non si sappia ancora come stia realmente la tartaruga, l’impegno e la passione dei volontari e dei medici non si arresta.
Ci uniamo alla loro speranza che l’esemplare si riprenda al più presto e possa tornare in forma, vivendo liberamente e in maniera felice.
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Benedicta Felice