La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione

La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione

Nei nostri parchi la situazione sta degenerando, molti proprietari di animali infatti lasciano le deiezioni dei propri cuccioli nei parchi non sapendo che non solo si comportano da maleducati lasciando sporco il parco , ma stanno creando anche una problematica enorme all’ambiente.

La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione
La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Se bene si possa pensare che gli escrementi possano fungere da fertilizzante la realtà è ben diversa infatti secondo uno studio troppi escrementi potrebbero persino danneggiare l’ambiente.

Escrementi nei parchi perché sono dannosi per l’ambiente

La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione
La situazione ci sta sfuggendo di mano servono più cestini nei parchi per gli escrementi e meno maleducazione (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Gli ecosistemi naturali soprattutto quelli che si trovano all’interno di parchi e riserve protette stanno affrontando una nuova e inaspettata minaccia ovvero l’impatto degli escrementi degli animali nell’ambiente.

Secondo una recente ricerca condotta in Belgio gli escrementi canini che sono ricchi di azoto e fosforo alterano l’equilibrio degli ecosistemi. Questo studio pubblicato sulla rivista Ecological Solutions and Evidence ha preso in esame circa 1.600 cani per un periodo di 18 mesi analizzando appunto l’effetto delle loro deiezioni su quattro riserve naturali.

Gli esiti della ricerca sono stati allarmanti, i cani con i loro escrementi introducono nell’ambiente naturale una quantità significative di nutrienti come anticipato in particolare azoto e fosforo, questi elementi ovviamente lasciati in natura superano i livelli considerati sicuri per questi habitat, di conseguenza l’eccesso di questo sostanze sono da sempre associate all’inquinamento agricolo e industriale e questo potrebbe avere effetti devastanti sulla biodiversità, favorendo la crescita di specie vegetali aggressive a discapito di piante più delicate e ovviamente questo genera diversi problemi anche agli animali che dipendono da queste.

L’alimentazione dei cani è composta solitamente da prodotti industriali molto nutrienti a differenza degli animali selvatici che ovviamente mangiano quello che trovano in natura.

Gli animali domestici tramite feci e urina espellono quindi una sorta di composto chimico che non essendo naturale non si adatta all’equilibrio degli ecosistemi. Lo studio ha infatti fatto emergere che in circa 18 mesi gli escrementi depositati nei parchi e non raccolti hanno prodotto circa 11 chili di azoto e 5 chili di fosforo per ettaro, questi livelli molto elevati sono compatibili con i valori accertati nei terreni agricoli intensivi o inquinati, e questo dimostra come quello che potrebbe apparire come un comportamento innocuo è in realtà un pericolo per l’ecosistema

La concentrazione di deiezioni sparse nei parchi e nei sentieri rappresenta un rischio significativo per l’ambiente che cercando di adeguarsi favorisce la crescita di piante più resistenti come le ortiche che sono note per essere infestanti e che quindi non lasciano spazio a piante meno aggressive per crescere

Ovviamente questo non significa non dover più portare i propri animali nei parchi ma significa dover fare particolare attenzione a raccogliere le deiezioni degli animali, se non ci sono appositi cestini se bene possa essere sgradevole e buona norma portare con se la bustina dopo aver raccolto gli escrementi

Mettere appositi cestini sarebbe la soluzione più consona, ma spesso per problemi gestionali, amministrativi e altro, non è possibile e spesso la maleducazione di alcuni proprietari che non raccolgono i bisogni dei propri animali portano, soprattutto quando si tratta di zone protette e parchi, a limitare l’accesso agli animali.

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