La peste suina africana conosciuta anche come ASF è una grave patologia virale che colpisce i suini indistintamente, sia che si tratti di quelli domestici o selvatici. Questa malattia provoca gravi perdite a livello di produzione e di economia.
Questa malattia di origine animale può essere diffusa da suini vivi o morti, domestici o selvatici. e da prodotti a base di maiale.
La trasmissione del virus può avvenire anche attraverso mangimi contaminati e anche attraverso oggetti come scarpe, vestiti, veicoli, coltelli, o attrezzature che sono state a contatto con il virus a causa dell’elevata resistenza ambientale del ASF.
Sfortunatamente ancora non esistono vaccini, e nella storia sono stati registrati alcuni casi in Africa in Europa, in Sud America e nei Caraibi, molto più recentemente sono stati segnalati casi anche in Asia dove sono stati affetti dal contagio sia suini selvatici che domestici.
La peste suina africana (ASF) è una malattia virulenta emorragica causata da causata da un grosso virus del DNA della famiglia degli Asfarviridae , che infetta anche le zecche del genere Ornithodoros.
Sebbene i segni della peste suina africana siano simili a quelli della peste suina classica (CSF) tra i due virus non c’è una correlazione.
A seconda dell’ambiente, in base al sistema di produzione dei suini, e in base anche alla presenza o meno di zecche, e di suini selvatici, la malattia può essere diffusa e trasmessa tramite un contatto diretto con suini infetti, tramite l’ingestione di alimenti contaminati o tramite la puntura delle zecche.
Nonostante questo sembra che la peste suina non sia un rischio per la salute dell’essere umano, ma gli animali sono in grave pericolo.
I tassi di mortalità negli animali variano in base alla virulenza e al tipo di virus.
I sintomi della malattia sono: Febbre alta, depressione, anoressia e perdita di appetito, arrossamento della pelle, soprattutto sulle orecchie addome e gambe dell’esemplare contagiato e tal volta, soprattutto nei maiali di sesso femminile possono verificarsi aborti se la creatura è gravida, cianosi, vomito, diarrea e morte entro 20 giorni dal contagio.
Sfortunatamente per gli animali contagiati il tasso di mortalità è di quasi il 100%.
In alcuni casi gli animali vengono contagiati con un virus di bassa virulenza il che porta meno effetti clinici, che però si protraggono nel tempo, in questi casi la malattia non è sempre letale infatti il tasso di mortalità si riduce fino al 30%.
I sintomi per riconoscere questa malattia cronica comprendono perdita di peso, febbre intermittente, segni respiratori, ulcere cutanee croniche e artrite.
In base al tipo di animale l’infezione può variare, in alcuni esemplari la malattia è infatti asintomatica.
Come anticipato attualmente non esiste un vaccino approvato per la peste suina africana.
L’unico modo per prevenire la diffusione e il contagio è infatti quello di controllare le importazioni accertandosi di non esportare ne suini infetti ne prodotti in aree prive della malattia.
Andrebbe in oltre garantito il corretto smaltimento dei rifiuti alimentari e la sanificazione dei veicoli con il quale vengono trasportati gli alimenti soprattutto nei paesi dove il virus è effettivamente un problema.
Andrebbe inoltre sgominato il commercio illegale di suini vivi e di prodotti a base di carne di maiale.
Una volta contagiati gli animali è quasi impossibile mettere fine all’epidemia se non tramite l’incenerimento
Sfortunatamente per debellare il virus vengono utilizzate pratiche drastiche ma efficaci, la diagnosi imminente e l’uccisione degli esemplari contaminati possono infatti contenere la malattia, la pulizia e le misure di sicurezza appropriate possono far si che il virus non si diffonda
In Europa e in Asia il virus sembra diffondersi a causa del grosso numero di cinghiali presenti sul territorio. Basterebbe però una coordinazione tra servizi veterinari e le autorità faunistiche e forestali per prevenire e controllare con successo la peste suina Africana.
In Italia sfortunatamente la peste Suina Africana è una realtà, gli unici casi fino al 2019 erano stati stati riscontrati solo sull’isola della Sardegna, ma in questi giorni sono stati sequestrati circa 10 tonnellate di carne provenienti dalla Cina che si crede siano contaminati dal virus .
Mariano Orlacchio
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