L’incontrollata espansione di uno dei crostacei più frequentemente sfruttati dall’allevamento intensivo minaccia un’altra specie.
Oltre ad esporre da anni ad alto rischio le preziose foreste di mangrovie – le quali vengono sempre più spesso trasformate in acquari per allevamento dei crostacei – la stessa proliferazione di gamberetti, che molto spesso fanno parte della nostra dieta mediterranea, starebbe mettendo in crisi – dall’altra parte dell’oceano – anche un’altra specie di animali già considerata ad alto rischio estinzione nelle annualità precedenti.
A fare il possibile per sovvertire le logiche di interesse che porterebbero – in tal modo – a una trasformazione non più reversibile delle foreste di mangrovie presenti in Messico, si starebbero impegnando importanti ONG da tempo interessate a scoprire un modo per agire tempestivamente e proteggere questi luoghi fondamentali per la salvaguardia della biodiversità.
La stessa “Mangrove Action Protection“, associazione ambientalista impegnata nella salvaguardia delle mangrovie in America Latina, avrebbe preso la parola di recente – in seguito alle elezioni del nuovo Ministro dell’Ambiente in Messico. I portavoce dell’associazione avrebbero evidenziato come priorità quella di contrastare le industrie che agiscono illegalmente sul territorio nazionale supportando, con modalità sempre più estreme, l’incontrollato allevamento di gamberetti.
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Oltre a rappresentare un danno severo per l’ecosistema delle mangrovie queste sconsiderate modalità di allevamento avrebbero, infatti, messo a repentaglio anche la qualità della vita del giaguaro che, abitando quelle zone da secoli, è ormai sempre più spesso vittima non solo dei massicci disboscamenti ma anche dei fenomeni di bracconaggio connessi all’industria dei crostacei.
Mentre c’è – dunque – chi ancora continua a domandarsi come inserire e mantenere in salute un pesce pagliaccio in un acquario in Europa, un discorso del tutto opposto starebbe alimentando le preoccupazioni degli ambientalisti per quel che riguarda il gambero di fiume (o gambero con le zampe bianche). L’attenzione degli allevatori in Messico per questa specie di crostacei avrebbe generato, in questi mesi, una violenta e pericolosa reazione a catena che precluderebbe, a lungo andare, al giaguaro di poter continuare ad abitare quelle zone rischiando – dunque – realmente di estinguersi.
Attualmente, in America Latina e – in particolare – in Messico, non sarebbe più di 4mila o 5mila gli esemplari di giaguaro rimasti in vita nel 2024. Per fortuna alcune piccole realtà connesse alla salvaguardia ambientale hanno creato delle importanti oasi di riferimento per permettere agli esemplari rimasti senza “una casa” di rifugiarsi al loro interno pur continuando la loro vita nel loro habitat naturale.
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