La medusa più grande e rara, un ritrovamento raro e unico nel suo genere che si è verificato a distanza di molto tempo. Una bellezza da ammirare
Un avvistamento eccezionale che fa rimanere tutti a bocca aperta. E’ accaduto nella località forse più inaspettata d’Italia: Trieste. La località citata è stata la cornice di un ritrovamento spettacolare, la più grande e rara medusa del Mediterraneo. L’animale marino è stato “catturato” nell’area protetta di Miramare. Un avvistamento che l’ultima volta è capitato solo nel 2014 e prima di allora solo nel 1945, dunque risulta un evento eccezionale e unico.
La particolarità di tale animale riguarda le sue dimensioni poiché può arrivare ad un metro di diametro. In particolare, quella osservata dai sub ruota intorno ai 45-50 cm al largo delle coste triestine. I ricercatori che si sono resi protagonisti del ritrovamento hanno scovato quella più grande e rara tra quelle presenti nel Mediterraneo. Le dimensioni dell’animale rappresentano un enorme vantaggio per quanto concerne la salvaguardia della salute di noi esseri umani. A causa delle sue dimensioni, la medusa raramente si avvicina ai bagnanti e ciò costituisce una sicurezza per tutti.
Inoltre, è raro il fatto di vederla in superficie per mezzo del suo ciclo biologico secondo il quale, deve rimanere ancorata sul fondo per vari decenni. In ragione di ciò, i ricercatori hanno lanciato un importante avvertimento: “Se vi capiterà di incontrarla, rimanete lontani e nello stesso tempo consideratevi dei privilegiati“. Episodi simili sono rari e del tutto casuali. La scena dell’avvistamento è stata registrata in un video che ritrae l’animale muoversi sinuosamente e in modo leggero nelle acque dell’area marina.
Quando si avvista è difficile non notarla poiché dal punto di vista fisico è dotata di precise caratteristiche che la rendono riconoscibile nella sua unicità. Innanzitutto, l’animale dispone si una notevole quantità di tentacoli suddivisi singolarmente tra di loro. L’ombrella è trasparente come accade di frequente in tutte mentre la zona sottostante e rossa e azzurra. La categoria alla quale l’animale appartiene è la classe delle scifomeduse che rivelano qualche particolare già all’interno del nome. Il termine infatti, proviene dal greco skyphos (σκύφος), riferito al calice che richiama la forma di tali organismi. Inoltre, è una delle parenti più lontane della Cyanea capillata, l’organismo più grande al mondo che popola le acque del Mare del Nord dell’Atlantico.
Il meraviglioso ritrovamento è stato diffuso anche sulla pagina ufficiale dell’Area marina che ha riportato quanto segue: “L’osservazione dei nostri subacquei, che vi si sono imbattuti durante uno dei consueti monitoraggi in Riserva, ha dell’eccezionale se si pensa che la Drymonema è stata descritta per la prima volta in Dalmazia nel 1880 dal naturalista Ernst Haeckel, per poi essere rivista pochissime volte fino al 1945. Poi più niente fino al 2014 quando venne avvistata proprio nel Golfo di Trieste e proprio dai nostri ricercatori“.
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Benedicta Felice
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