Ci sono alcune disgrazie alle quali difficilmente riusciamo a dare una spiegazione e a farsene una ragione. Purtroppo quando accadano determinati fatti non si può tornare indietro per cambiare le cose. Possiamo solo continuare ad andare avanti e cercare di modificare le proprie azioni in modo da non ripetere gli stessi errori. E’ ormai nota, in materia di maltrattamento animali, la tesi per cui questo tipo di violenza si palesa fin dall’infanzia e viene collegata a personalità con patologie gravi in età adulta. Non a caso, nel profilo psicologico di persone violente, emergono casi di crudeltà nei riguardi degli animali fin dalla più tenera età.
Ecco perché gli psicologhi e altri esperti invitano i genitori a fare molta attenzione al comportamento dei figli congli animali. Proprio nell’interazione con queste piccole creature, i bambini sviluppano la facoltà empatica, fondamentale per l’apprendimento e la socializzazione in età adolescenziale.
Non è passato inosservato ad alcune specialisti, l’appello disperato di una madre pubblicato su un forum di mamme, MumsNet, poi rimosso. La donna in stato di choc chiedeva aiuto per la scoperta che aveva fatto. Ovvero, dopo aver trovato il suo cagnolino morto, controllando i video del circuito di sorveglianza, ha notato che il figlio di 4 anni aveva ucciso il cucciolo: “Mio figlio l’ha preso e sbattuto a terra ripetutamente come un peluche. Poi è venuto da me per farsi fare due coccole”, racconta la donna. La madre ha poi chiesto al figlio cosa fosse accaduto. Il bambino ha trovato il coraggio di spiegare di aver fatto del male al cane e che era dispiaciuto.
La donna, piuttosto scossa e terrorizzata, ha chiesto dei suggerimenti soprattutto per sapere come gestire la situazione. La madre si è anche domandata se questo comportamento possa rivelare in realtà una propensione caratteriale nel figlio e portarlo a diventare una persona violenta. Sul tema è stata interpellata una psicologa, specializzata nell’infanzia. La Dr Emma Butler rispondendo alle domande del sito Mamamia ha cercato di fare chiarezza, in parte con l’intenzione di rassicurare quella madre terrorizzata. Nella sua premessa, lo psicologo ha tenuto a specificare che molto spesso i genitori nascondono questi comportamenti e contribuiscono in tal senso a peggiore l’equilibrio psicologico dei figli. La Butler ha poi sottolineato che se si tratta di un evento unico, non per forza quel comportamento potrebbe influire nella crescita, nel senso di una persona adulta violenta.
Perché i bambini fanno male agli animali?
In alcuni casi, ha dichiarato Butler, potrebbe essere una distrazione o un gesto d’impulso. Per lo psicologo è invece necessario indagare sull’intenzione. Ovvero, scoprire se il bambino agisce con un intento maligno. Nello sfogo, la donna aveva specificato che il bambino si era dimostrato dispiaciuto per quanto aveva fatto. Per la Butler è fondamentale che il genitore in quel caso tranquillizzi il bambino, incoraggiando il comportamento “positivo”, ovvero il senso di dispiacere.
La notizia è stata ripresa da diversi quotidiani online. Il Daily mail cita anche un articolo pubblicato sulla rivista specializzata Psychology Today, nel quale veniva ricordato che fino a sei anni, i bambini non sono consapevoli di far del male agli animali: “Un bambino in età prescolare, sottolineano lo psicologo Joni Johnston, non hanno sviluppato la maturità per capire che gli animali hanno dei sentimenti e che non devono essere trattati come oggetti”. Tuttavia, lo stesso Johnston precisa che “è importante spiegare al bambino che non deve maltrattare un animale così come un altro bambino. I genitori devono insegnare ai bambini ad essere gentili con gli animali, a nutrirli e a prendersi cura di loro” e già questi esempi ridurranno il rischio di maltrattamento.
Johnston ha poi spiegato che dai 6 ai 12 anni, se il bambino maltratta o è violento con un animale, ciò indica un problema psicologico o potrebbe essere l’indizio di un abuso sessuale. Sopra ai 12 anni, i ragazzini che maltrattano gli animali sono a rischio e devono essere seguiti da specialisti.