Le cicatrici di una cagnolina come testimonianza di un atroce passato: la lotta tra cani è una delle forme più estreme di maltrattamento.
Un passato di dolore, sofferenza e maltrattamenti. Questo il racconto che emerge dalle cicatrici di un esemplare femmina di Pit Bull. Salvata da un garage in cui erano reclusi altri diciotto cani, la quattro zampe non aveva mai avuto alcuna interazione con il mondo esterno se non con gli umani che cercavano di fare di lei un cane da combattimento.
La storia della cagnolina Pit Bull, alla quale è stato dato il nome di Jane, è stata raccontata in un posto condiviso su Facebook dall’organizzazione non profit del Regno Unito RSPCA England & Wales (all’account social @RSPCA England & Wales).
I volontari dell’organizzazione britannica impegnata nella salvaguardia degli animali hanno condiviso sui social le foto di Jane, mostrando l‘incredibile cambiamento a cui è andata incontro la quattro zampe dopo il salvataggio. «Era coperta di cicatrici e ha avuto poca interazione con il mondo esterno, ma ha fatto passi avanti da quando è stata affidata in una casa adottiva amorevole». Così si legge nel post diffuso su Facebook. Come viene spiegato nel messaggio, Jane è uno dei diciannove cani sequestrati dalla Polizia dell’Essex. Gli animali, tenuti in pessime condizioni in recinti sporchi in un garage, erano utilizzati per le lotte clandestine tra cani.
I combattimenti tra cani sono attività organizzate a fini di intrattenimento che consistono nel mettere di fronte due cani allevati per combattere tra di loro. Nonostante questa terribile pratica, che termina nella maggior parte dei casi con la morte degli animali, sia illegale, non sono pochi i casi in cui continua ad essere diffusa, appassionando soprattutto gli scommettitori che investono il proprio denaro su uno dei due cani.
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Questi combattimenti sono, come spiega la RSPCA, «una delle forme più estreme di maltrattamento sugli animali, con segnalazioni in aumento del 35% negli ultimi quattro anni». L’organizzazione non profit chiede l’aiuto a tutti coloro che amano gli animali affinché sostengano il loro «appello estivo contro la crudeltà» collegandosi al link riportato nel post Facebook.
Ad essere maggiormente utilizzati per questi combattimenti illegali sono proprio gli American Pit Bull Terrier, la stessa razza della cagnolina che si vede nella foto condivisa su Facebook. Gli American Pit Bull Terrier, più comunemente noto come Pit Bull o anche Pitbull, sono spesso considerati cani tenace e indomiti, estremamente coraggiosi, fedeli al proprio padrone e aggressivi. In realtà sono sicuramente cani leali e protettivi nei confronti della propri famiglia, ma l’aggressività, come accade sempre negli animali, è il risultato dell’educazione sbagliata che quando sono cuccioli ricevono dagli esseri umani.
Il post di condanna dei combattimenti tra Pit Bull, condiviso sui social dall’organizzazione britannica RSPCA, ha suscitato la reazione degli utenti del web. Se in molti hanno espresso il loro disappunto per la barbarie dei combattimenti, in tanti purtroppo ancora la pensano diversamente equiparando il combattimento tra cani alla boxe anche se si sono giustamente sentiti rispondere che nella boxe almeno i pugili decidono da soli mentre i cani invece non ne hanno la possibilità.
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