La gatta Muji, prima della partenza, rimane dentro l’aeroporto di New York: la riescono a salvare solo dopo 11 giorni.
Quando siamo in pericolo, o affrontiamo la discussione, il momento, la situazione, oppure fuggiamo. Due sono le cose da fare: andare incontro a ciò che ci sta travolgendo oppure fuggire da esso. Nessuno sa, fino a quel momento, cosa può accadere nelle nostre vita. Un out-out pazzesco, eppure presentabile dinanzi ai nostri occhi.
Non di certo, il discorso, è differente nel mondo animale. Anche i nostri amici a quattro zampe hanno delle emozioni, delle sensazioni. Avvertono i rischi, e quindi la paura quando sopraggiunge davanti ai loro occhi. Basta un momento e tutto può cambiare. Basta un attimo e tutto può svanire.
Come stava accadendo alla gatta Muji, che prima della partenza, assieme alla sua padrona, è rimasta intrappolata nell’aeroporto di New York per ben 11 giorni. Quando, ormai, le speranze venivano a mancare, hanno chiamato in soccorso un Golden Retriver specializzato in queste situazioni.
Taylor Le, il nome e cognome della padrona di Muji, era in procinto di partire per la California, quando la sicurezza aeroportuale le ha spiegato che doveva aprire il trasportino dov’era riposta la gatta. La donna ha da subito risposto: “Se apro la gatta scappa e non la ritroviamo più. Devo proprio?”.
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Potete immaginare il volto e la risposta degli agenti. A quel punto, il normale controllo si è trasformato subito in un fuga. Appena la donna ha aperto il trasportino, la gatta, per la paura, è scappata via. Infilandosi un po’ dappertutto, per poi entrare in una stanza, arrampicarsi e nascondersi dentro il cornicione di un soppalco.
All’inizio hanno tentato di cercarla in tutti i modi. Appoggiando anche delle scatolette di cibo per gatti. Niente. Muji non voleva proprio venire giù. A patto che fosse ancora lì. La padrona è partita per la California, non avendo un posto dove andare a dormire. Ma dopo pochi giorni è stata richiamata ed è corsa a riprendere Muji.
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A trovarla è stato un Golden Retriever, specializzato in queste tipo di situazioni. Si chiama Abby ed è entrato in azione in poco tempo. Ritrovarla è stato molto facile. Il cane ha iniziato a fiutarla proprio dentro il cornicione. Neanche la scatolette avevo prodotto l’effetto desiderato. Ma lui ha indicato la via. Così, dopo 11 di distacco, le due si sono potute riabbracciare.
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