E’ lei la cagnolona che ha conquistato i nostri cuori a fine estate e che continua a sorprenderci con la sua voglia di vivere e il suo istinto di libertà. Abbiamo seguito la sua storia fin dal suo ritrovamento, in condizioni tragiche (clicca qui) a Capua in provincia di Caserta, dove i volontari dopo una segnalazione di alcuni condomini infastiditi dai suoi lamenti, l’hanno inseguita per tutta la provincia, con l’unico scopo di salargli la vita.
I volontari dell’associazione sono riusciti a recuperarla e l’hanno chiamata Pimpa. Aveva il volto sfigurato, probabilmente a causa dello scoppio di un petardo, una brutta infezione che ha provocato la perdita di un occhio e infine, dopo i primi accertamenti è stato scoperto che Pimpa era incinta e aveva perso i suoi quattro cuccioli.
Una vicenda emblematica delle condizioni di sofferenza di numerosi randagi, vittime dell’indifferenza delle persone.
Ma Pimpa di sicuro non si è data per vinta e dopo le prime operazioni di ricostruzione del volto e di rimozione dei cuccioli che aveva i grembo ha ripreso così tanta forza che è scappata dal rifugio dove era custodia, alla disperazione dei volontari, tra i quali Vincenzo Caporale, che a Geapress ha raccontato: “Quando mi hanno chiamato non riuscivo a credere. Pimpa aveva preso a morsi la rete ed era scappata. Un luogo sicuro e di certo adatto a contenere un cane di grossa taglia, ma Pimpa, con tutta l’energia che si ritrova, non solo ha sfondato la recinzione ma si è data ad una vera e propria fuga per le vie della provincia. Lasciato Giugliano, dove era ricoverata, l’abbiamo dovuta inseguire tra Mugnano e Secondigliano”.
Una caccia contr il tempo per non perdere le sue tracce, l’ansia e il timore di chi l’ha salvata e protetta. Alle ricerche di Pimpa sono stati coinvolti anche i volontari del Movimento Protezione Animali Ambiente (MPAA ) della sezione di Pozzuoli.
Nei centri abitati i volontari lasciavano un recapito telefonico, chiedendo di essere avertiti nel caso di un avvistamento del cane. Ma, non appena veniva segnalata, la Pimpa riusciva sempre a svanire nel nulla. Alla fine di una giornata di rocambolesche ricerche, lungo un percorso di una quarantina di chilometri, i volontari sono finalmente riusciti a restringere il cerchio attorno a Pimpa sulla rampa che da Melito va all’Asse Mediano: “Eravamo sfiniti e Pimpa, appena sono riuscito a bloccarla, tentava pure di mordermi. Evidentemente la sua fuga non doveva finire”, ha spiegato Caporale.
Alla fine dopo il recupero, la Pimpa è stata accolta presso il canile RE.CA.NO dove sicuramente sarà più al sicuro da un’altra probabile fuga.
Noi tutti ci chiediamo che cosa possa aver spinto questa meticcia al desiderio di fuga.