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La finta chiusura del mercato della carne di cane in Sud Corea per le Olimpiadi invernali

Nel mese di dicembre 2016, in vista delle Olimpiadi invernali che si svolgeranno nel 2018, il governo della Corea del Sud aveva annunciato la chiusura del mercato di Moran, noto per la vendita di carne di cane dove ogni anno sarebbero venduto circa 80mila esemplari, pari ad un terzo del consumo totale della carne di cane Corea del Sud. Una tradizione tipica di molti paesi asiatici, condannata dalle popolazioni occidentali, per cui nel paese operano numerose associazioni animaliste, tra le quali la Humane Society International (Hsi) che cerca di fare pressione sui governi per vietare il commercio della carne di cane e di trovare accordi con gli allevamenti, per riconvertire le attività. La municipalità di Moran per evitare critiche in vista dell’arrivo di milioni di turisti in occasione delle Olimpiadi ha così annunciato di vietare il commercio diretto sui banchi del mercato per non ledere la sensibilità delle persone. Molte associazioni avevano addirittura promosso una petizione per boicottare le Olimpiadi se il governo sudcoreano non bandisce il commercio e il consumo della carne di cane.

La notizia del divieto di commercio sui banchi del noto mercato era rimbalzata sui media e accolta favorevolmente anche di recente. Tuttavia, emerge un elemento alquanto inquietante. Infatti, proprio in questi giorni la municipalità di Moran ha annunciato la chiusura del mercato per ristrutturazioni. Un fatto acclamato dai media che hanno visto la chiusura come un segnale di apertura sul tema. In realtà, da un’indagine condotta dall’associazione animalista Coexistence of animal rights on earth (CARE), la chiusura del mercato è solo finalizzata a lavori di ristrutturazione e il divieto di commercio di cani sui banchi sarebbe solo una farsa. Infatti, come riporta il quotidiano britannico Guardian, citando un comunicato di CARE, pare che la municipalità stia ristrutturando le aree del mercato in modo da creare dei locali chiusi dove saranno macellati i cani. Ovvero, il divieto riguarderebbe solo l’uccisione dei cani sotto ai banchi davanti agli occhi dei clienti.

“Lo smantellamento dei banchi è solo un modo per nascondere elementi che ci danno fastidio. In realtà, la mattanza continuerà in modo nascosto e non cambierà nulla per i poveri animali”, denuncia CARE.

La stessa CARE diffonde una conferenza stampa del presidente dell’associazione dei commercianti di Moran, Kim Yong Buk, che rassicura che la vendita della carne di cane proseguirà: “Abbiamo solo deciso di chiudere i macelli ed evitare che i cani siano macellati sul posto”, ha dichiarato Kim Yong Buk.

Una soluzione con la quale si evita unicamente di macellare i cani in piazza e che di certo per CARE non risolve il problema in vista delle Olimpiadi: “Al contrario, questo significa che ci sarà meno controllo sull’industria e la filiera del commercio della carne di cane”, ha concluso Care.

 

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