Abbiamo purtroppo dato notizia, in più occasioni, di poveri pappagalli vittime di soprusi di ogni tipo. Qualche mese fa, l’Enpa aveva denunciato la vicenda di un pappagallo che si è trovato un trasportino nella gabbia. Una doppia protezione da parte dei titolari di un negozio di animali, che si è giustificato spiegando che il volatile era solito nascondersi dagli sguardi dei clienti. Nelle stesse ore, era emersa la vicenda di un uomo che aveva mutilato dei pappagallini utilizzandoli per dare in strada a Napoli dei numeri da giocare al lotto facendosi dare in cambio qualche spicciolo. Una cosa del genere era già avvenuta durante lo scorso mese di gennaio, suscitando sdegno per l’utilizzo così improvvido di poveri animali indifesi.
L’Aidaa, in queste ore, attraverso il suo blog, denuncia un episodio molto grave. La vicenda è avvenuta a Rieti la scorsa estate, ma se ne ha notizia solo ora. Una pappagallina, infatti, è “morta tra atroci sofferenze per incapacità ed incuria di un veterinario”. Questi non sarebbe “stato in grado di operarla per toglierle un uomo che si era spezzato dentro il suo piccolo corpicino”. La denuncia era arrivata dalla proprietaria del volatile, che però ha voluto mantenere l’anonimato dopo quanto ha fatto emergere con le sue parole.
Scrive l’Aidaa, ricostruendo la vicenda: “Verso la fine di agosto, la pappagallina ha avuto una rottura di un uovo dentro il proprio corpo. La proprietaria si è rivolta ad un veterinario della città laziale, il quale nonostante le varie vicissitudini, a detta della proprietaria, non ha agito in maniera corretta”. In questo modo, insomma, la pappagallina sarebbe stata lasciata “di fatto morire tra atroci sofferenze e dopo una lunga agonia”.
Per tale ragione, Aidaa “chiederà all’ordine dei veterinari di fare chiarezza sulle responsabilità del veterinario nelle sofferenze e nella morte di questa meravigliosa bestiola”. In base alle normative vigenti, il veterinario, risponde, al pari dei medici che curano gli umani, di errata diagnosi, negligenza, imperizia e imprudenza. Nello specifico, la responsabilità civile del veterinario è inquadrata in quella del prestatore d’opera disciplinata dall’art. 2236 c.c. il quale recita che: “Se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d’opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o di colpa grave”.
GM
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