E’ stato licenziato dall’albergo in cui lavorava uno dei quattro ragazzi che, lo scorso 24 giugno, hanno barbaramente ucciso un randagio, Angelo, impiccandolo ad un albero e prendendolo a bastonate. Non contenti dell’orrore perpetrato, i giovani filmarono tutta la scena, condividendo il video sui social, come per vantarsi di un trofeo.
Il caso ha sollevato lo sdegno delle associazioni che, a luglio, hanno organizzato una manifestazione a Sangineto per chiedere che sia fatta giustizia e che in questo caso sia applicato il massimo della pena.
A distanza di qualche settimana, Luca Bonanata, uno dei giovani responsabile del massacro, è stato licenziato dall’albergo in cui lavorava, il Sol Palace Hotel di Sangineto che ha pubblicato la lettera di licenziamento, con le motivazioni relative alla “condotta extralavorativa, penalmente rilevante”.
“Grazie alle vostre numerose segnalazioni, il Sol Palace Hotel di Sangineto (CS), in merito all’increscioso fatto accaduto in questa località, solleva immediatamente dal suo incarico il dipendente Luca Bonanata. La Direzione condanna fermamente atti di tale brutalità e ci tiene a sottolineare che i nostri Amici a 4 zampe saranno sempre i benvenuti nella struttura”, scrive la direzione sul profilo facebook della struttura alberghiera, pubblicando il 18 agosto, la fotografia della lettera di licenziamento.
I quattro giovani dovranno rispondere per il reato di “concorso in uccisione di animali”, rischiando da 4 mesi a 2 anni, ma non è previsto il carcere.
L’avvocato Alessandro Gaeta, interpellato a luglio da Rlb Radioattiva sottolineò che “il gesto che hanno fatto i 4 ragazzi è orribile e non trova giustificazione. Il mio compito è solo fare in modo che loro abbiano assistenza legale perché i ragazzi saranno sottoposti ad un processo”.
“Loro hanno detto di non essersi resi conto di quello che stavano facendo e soprattutto di dove stavano arrivando- ha spiegato illegale. E’ stato un susseguirsi di azioni che loro non volevano compiere. Sono pentiti per quello che hanno fatto ed hanno immediatamente accettato di sottoporsi ad un percorso rieducativo di natura psicologica. Si sono resi conto del gravissimo errore che hanno fatto”. Ovviamente questa richiesta scatenò la reazione degli animalisti che hanno poi promosso la manifestazione chiedendo una pena equa all’orrore commesso.
ECCO LA LETTERE DI LICENZIAMENTO
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